56 - Turismo: le cose da fare.
di Bruno SAMPAOLESI
Dal secondo convegno sul turismo (2005), idee per puntare sulla qualità.
Siamo convinti che Porto Recanati, attraverso il settore turistico il settore commerciale quello industriale e delle professioni, abbia le carte in regola per imporsi fra le migliori stazioni balneari dell’adriatico centrale. Siamo convinti, al tempo stesso, che aver massicciamente e smodatamente puntato sullo sviluppo edilizio non corrisponda alle aspirazioni della nostra comunità e rischi addirittura di contrastarle. La domanda turistica è assai mutata, rispetto ad alcuni anni fa, dal punto di vista qualitativo.
Grave errore quindi sottovalutare o addirittura ignorare tale fenomeno e ritenere che per moltiplicare il numero dei villeggianti basti moltiplicare il numero degli appartamenti. Non basta invece. E anzi, come ha ben capito il presidente Soru della regione Sardegna nelle sue battaglie contro l’espansione del cemento, il maggior pericolo per il turismo, specialmente quello portorecanatese, sta proprio nel privilegiare la quantità a scapito della qualità; due buoni alberghi garantirebbero la stessa affluenza di turisti di decine e decine di appartamenti.
Ma cosa si intende per qualità nel settore turistico? I programmi di espansione edilizia, pur necessari, debbono armonizzarsi con altre esigenze non meno importanti che riguardano la piacevolezza del soggiorno e che ne determinano la qualità per l’appunto; intesa come verde pubblico, aria pulita, traffico non intasato, facilità di parcheggio, zone pedonali, spiaggia confortevole, comoda fruibilità degli esercizi commerciali, comoda fruibilità della spiaggia, salvaguardia del centro storico, gradevolezza estetica dell’assetto urbano e del panorama, limitazione dei rumori per quanto possibile.
Noi di «Aprile» pensiamo proprio di andare in questa direzione quando proponiamo le cose che seguono:
Siamo convinti che Porto Recanati, attraverso il settore turistico il settore commerciale quello industriale e delle professioni, abbia le carte in regola per imporsi fra le migliori stazioni balneari dell’adriatico centrale. Siamo convinti, al tempo stesso, che aver massicciamente e smodatamente puntato sullo sviluppo edilizio non corrisponda alle aspirazioni della nostra comunità e rischi addirittura di contrastarle. La domanda turistica è assai mutata, rispetto ad alcuni anni fa, dal punto di vista qualitativo.
Grave errore quindi sottovalutare o addirittura ignorare tale fenomeno e ritenere che per moltiplicare il numero dei villeggianti basti moltiplicare il numero degli appartamenti. Non basta invece. E anzi, come ha ben capito il presidente Soru della regione Sardegna nelle sue battaglie contro l’espansione del cemento, il maggior pericolo per il turismo, specialmente quello portorecanatese, sta proprio nel privilegiare la quantità a scapito della qualità; due buoni alberghi garantirebbero la stessa affluenza di turisti di decine e decine di appartamenti.
Ma cosa si intende per qualità nel settore turistico? I programmi di espansione edilizia, pur necessari, debbono armonizzarsi con altre esigenze non meno importanti che riguardano la piacevolezza del soggiorno e che ne determinano la qualità per l’appunto; intesa come verde pubblico, aria pulita, traffico non intasato, facilità di parcheggio, zone pedonali, spiaggia confortevole, comoda fruibilità degli esercizi commerciali, comoda fruibilità della spiaggia, salvaguardia del centro storico, gradevolezza estetica dell’assetto urbano e del panorama, limitazione dei rumori per quanto possibile.
Noi di «Aprile» pensiamo proprio di andare in questa direzione quando proponiamo le cose che seguono:
- La sistemazione della Pineta ; che rappresenta il polmone verde di Porto Recanati.
- La ristrutturazione completa della viabilità compresa la ss16 che ormai è diventata una strada interna all’abitato. A tale proposito si dovrebbe verificare e studiare la possibilità di deviare la statale all’altezza della A14 vista la costruzione della 3° corsia dell’autostrada.
- La pedonalizzazione del tratto che va da cavalcavia al Jet-Hotel.
- La messa in sicurezza della zona che va dal Jet-Hotel al fiume musone con la creazione dei marciapiedi, dell’illuminazione, della pista ciclabile, dei parcheggi.
- La pedonalizzazione della zona che va dal Lido delle Nazioni al camping Regina. La situazione attuale è diventata insostenibile dopo che è stato dato il permesso di recintare e chiudere completamente l’accesso alla spiaggia e nello stesso tempo risulta completamente paralizzata la viabilità.
- La modifica dell’attuale regime di pagamento dei parcheggi.
Bruno SAMPAOLESI - Dal secondo convegno sul turismo (2005), idee per puntare sulla qualità.