73- Ancora sulla gestione delle acque
di Bruno SAMPAOLESI
L'iniziativa è nata da un fatto molto concreto e semplice che tocca gli interessi di tutti noi cittadini e cioè il recente aumento delle tariffe dell’acqua. Un aumento che non è un normale adeguamento dei prezzi, come ormai siamo abituati, ogni anno, a sopportare per ogni genere di servizio e bene di consumo. Qui si tratta di un aumento del 100% di un bene primario ed insostituibile quale è l’acqua.
Le bollette di una famiglia media, composta da 4 persone, di Porto Recanati, che qui riportiamo, lo dimostra senza ombra di dubbio.
Ragionando e dibattendo fra noi del problema ci sono sorte diverse domande. che ci siamo resi conto con il passare del tempo, essere di vitale importanza per una questione così essenziale per la vita di ognuno.
Quindi ci siamo rivolti, attraverso una lettera aperta, alla fine di ottobre del 2006, a coloro che ci sembrava essere i più diretti interessati a risolvere i nostri dubbi.
La lettera aperta ai Sindaci dei Comuni di Porto Recanati, Loreto, Castelfidardo, Osimo, Recanati. Montelupone, Potenza Picena, Montecassiano così recitava: ( clic per vedere link )
A questa lettera il nostro sindaco Fabbracci, in un trafiletto di cinque righe sul messaggero. risponde candidamente che l’acqua è diventato un bene importante e gli aumenti sono dovuti ad una pura e semplice legge di mercato. E no! Sig. sindaco nemmeno la più stupida legge di mercato può permettere di aumentare il prezzo di un qualsiasi bene di consumo del 100% in un solo colpo: le leggi di mercato sono molto ma molto più furbe. Dagli altri Sindaci il silenzio più assoluto.
Dopo qualche giorno sul Corriere Adriatico del 3 novembre 2006 si poteva leggere un intervento molto singolare:
( clic per vedere link )
Questo pezzo, anche se non firmato, crediamo sia stato ispirato dal Sindaco di Osimo, anche perché accanto all’articolo compariva la sua foto.
Questi due fatti non hanno dissipato per niente le nostre perplessità anzi hanno aggiunto interrogativi ancora più corposi a quelli che già erano sorti. Quale significato hanno le argomentazioni di questo intervento? E specialmente che cosa nasconde la frase che abbiamo sottolineato in grassetto? Quale scontro di poteri è in atto intorno a questo problema?
A questo punto è stato gioco forza andare a vedere l’organizzazione della gestione delle acque nel nostro territorio; e vi assicuro che la cosa non è stata semplice e che sicuramente presenterà delle lacune anche importanti.
Quindi questa sera abbiamo l’occasione , data la presenza di numerosi personaggi importanti e soggetti attivi degli organismi interessati, dicapire bene il funzionamento di tutta la questione.
La legge della Regione Marche n. 18 del 1998, in applicazione della legge Galli n. 36 del 5 gennaio 1994 "Disposizioni in materia di risorse idriche". Istituisce l’autorita di ambito territoriale ottimale (ATO) e cioè l’organismo che ha la proprietà delle risorse idriche in tutta la regione.
Gli ATO delle marche sono 5 ed ognuno si occupa di un pezzo del territorio della della regione. Quello che interessa noi è l’ATO n 3 che comprende 48 comuni di cui 42 in provincia di (MC) e 6 in provincia di (AN). L’ATO è un consorzio di enti locali dotato di personalità giuridica di diritto pubblico.
L'Autorità, nell'esercizio delle sue funzioni, rappresenta sia i soggetti consorziati, quindi i Comuni dell'Ambito, sia l'utenza, quindi i consumatori del Servizio Idrico Integrato.
L'Assemblea è composta dai Sindaci o delegati dei 48 Comuni consorziati con rappresentatività determinata per il 60% in base alla popolazione, per il 35% in base alla superficie. Il restante 5% è assegnato alla Provincia.
Tanto per fare un esempio Porto Recanati ha 1,82% Recanati 5,04% Osimo 6,78%
Il Consiglio di Amministrazione è l'organo amministrativo del Consorzio; è composto da 9 consiglieri, compresi il Presidente e il Vice Presidente, eletti dall'Assemblea con criteri di rappresentanza delle diverse aree territoriali dell'ambito.
A questo proposito pensiamo e proponiamo che in questi due organismi i cittadini-consumatori vadano rappresentati in modo più efficace in quanto i sindaci, essendo i rappresentanti dei soggetti consorziati, non sempre o non abbastanza, al di la degli orientamenti politici, hanno presenti le problematiche dei cittadini-consumatori.
Infatti troppe volte tendono, per incapacità o per problematiche contingenti, a scaricare sulle tariffe difficoltà gestionali e/ o finanziarie. Tale rappresentanza può essere utile anche a contrastare il rischio che tutti hanno ben presente, che questi enti diventino carrozzoni clientelari e/o centri di potere a discapito dell’efficienza del servizio e del contenimento delle tariffe.
L’ATO N 3 si avvale per la gestione del Servizio Idrico Integrato di tre società consortili: UNIDRA SCRL frutto dell’unione tra ASSM Tolentino, ASSEM Sanseverino e 20 comuni del territorio. S.I.MARCHE SCRL composto da APM comune e provincia di (PG), ATAC Civitanova, CASTELFIDARDO SERVIZI.
CENTRO MARCHE ACQUE SCRL composto da ASTEA spa a sua volta risultante dalla fusione di AST Recanati e ASPEA Osimo e da ACQUA AMBIENTE MARCHE di proprietà dei comuni di ( Cingoli, Filottrano, Numana, Sirolo).
Tutte queste società sono ufficialmente di capitali interamente di enti pubblici.
A questo proposito, sappiamo che nel capitale dell’ASTEA è presente una quota pari circa al 25%, quindi non di poco conto, appartenente ad un gruppo privato, AMGA DI GENOVA, non abbiamo trovato nessun documento che smentisce questo, vorremmo avere notizie più recenti e certe. Questo perché ci introduce ad un altro aspetto delle questioni che dibatteremo questa sera e che ci interessa più da vicino e cioè le modalità di affidamento del servizio che sono strettamente legate alla formulazione delle tariffe.
L’articolo 14 del decreto legge 269/03, convertito in legge 326/03, e il comma 234 art. 4 della Finanziaria 2004, hanno introdotto significative modifiche nell’assetto regolamentare dei servizi pubblici locali (art. 35 Finanziaria 2002). La più significativa modifica riguarda la modalità di affidamento del servizio: l’art.14 supera, infatti, l’obbligo di gara previsto dall’art.35 e prevede che si possa scegliere fra tre alternative modalità di selezione del gestore:
- attraverso gara ad evidenza pubblica;
- in modo diretto a società mista, il cui socio privato sia selezionato attraverso gara ad evidenza pubblica;
- attraverso il cosiddetto affidamento in house, ovvero a società di capitale interamente pubbliche a condizione che “l’ente locale o gli enti pubblici esercitino un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l’ente o gli enti pubblici che la controllano” (cfr. Industry Monitor dicembre 2003).
La convenzione di affidamento alla società Centro Marche Acqua è stata perfezionata ai sensi delle deliberazioni della assemblea consortile n° 5 del 23/06 2003, n°6 del 30/06/ 2003 n° 5 del 28/04/ 2005 Questa ha la durata di anni 20 a partire dal 1 luglio 2005. L’affidamento cesserà automaticamente se alla data del 31/dicembre 2006 il gestore non avrà assunto i caratteri dell’articolo 113 comma 5. lett.b o lett c. Cioè il gestore entro quella data dovrà dare prova di avere intrapreso la procedura di gara ad evidenza pubblica necessaria per la scelta del socio privato, anche finanziario.
Oppure di aver intrapreso l’iter per la costituzione del capitale sociale interamente pubblico i cui soci pubblici esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi. Cioè le condizioni per dare l’affidamento con metodo diretto che dicevamo prima.
Al 31 dicembre 2006 queste norme non sono state ottemperate dal gestore Centro Marche Acque. Infatti con delibera del 24/ novembre 2006 è stata prorogata la scadenza del 31dicembre 2006 al 31 dicembre del 2007 grazie ad un decreto Bersani che ne da la facoltà.
La nostra preoccupazione è che la complessità e la continua modifica delle norme, quasi ad ogni finanziaria, rischi di nascondere le vere problematiche che ci sono dietro il controllo della gestione della distribuzione dell’acqua.
L’acqua è diventato, proprio perché se ne incomincia ad avvertire la scarsità, un bene che accende gli appetiti di tanti soggetti privati senza scrupoli. E’ un gioco ormai largamente sperimentato in tante regioni, provincie, comuni, quello che, attraverso la inadeguatezza, la mancanza di controlli, la scarsa conoscenza delle norme, la oggettiva difficoltà di comprensione delle leggi e/o la colpevole mancanza di trasparenza da parte degli organi preposti permettono, a grandi speculatori privati, di impossessarsi del bene di consumo più prezioso: L’acqua.
Nella regione Marche nella provincia di Macerata nel comune di Porto Recanati siamo in queste condizioni?
Crediamo e speriamo di no; tuttavia non possiamo non notare alcuni fatti che ci preoccupano molto.
Primo fra tutti è proprio l’aumento delle tariffe, tema dell’iniziativa in oggetto.
Le tariffe sono state modificate con delibera dell’assemblea dell’ATO n°3 atto n°13 il 5 dicembre 2005 allegati n°1 e n°3 per i periodi 1 luglio 2005 e anno 2006. Non abbiamo trovato però alcun riferimento e nessun documento per il cambiamento delle fasce di consumo ( agevolata, base, 1° eccedenza, 2°eccedenza), ne in questa delibera ne sul Piano d’Ambito, che anzi prevede una terza fascia di eccedenza, che costituisce oltre il 50% dell’aumento stesso.
Vorremmo dei chiarimenti, su questo, se possibile.
Un’ultimo tema che vorremo toccare in questo dibattito è il modo come è avvenuto questo aumento. Tema certamente non secondario rispetto agli altri anzi.
Infatti è avvenuto nel più assoluto silenzio da parte di tutti, quasi che dovesse passare inosservato ai più. Senza nessun tipo di pubblicizzazione, di commento esplicativo, senza avvertire i consumatori che, utilizzando l’acqua senza usare una maggiore oculatezza, sarebbero andati incontro a spese enormemente maggiori di quelle sostenute fino all’anno prima.
Sono proprio questi metodi che ci preoccupano di più perché potrebbero prefigurare la volontà di qualcuno di allentare le maglie rispetto alla gestione pubblica dell’acqua e di favorire la gestione di soggetti privati.
Al contrario giustamente lo statuto dell’ autorità di ambito territoriale ottimale prevede al punto 6 che:
1. Il Presidente dell’Autorità di ambito provvede a trasmettere agli Enti consorziati, ai soli fini di informazione, entro quindici giorni dalla loro adozione, gli atti deliberati dall’Assemblea.
2. Gli organi dell’Autorità di ambito promuovono ogni possibile forma di consultazione e di partecipazione degli Enti consorziati in merito agli aspetti fondamentali dell’attività dell’Autorità in particolare:
a) attuano incontri con gli Enti locali consorziati partecipando anche, di propria iniziativa o richiesta degli stessi, alle sedute dei relativi organi;
b) divulgano ed illustrano la propria attività con relazioni periodiche da trasmettere agli Enti consorziati.
3. il Consorzio ha l’obbligo di:
a) esaminare le proposte presentate da associazioni, gruppi di cittadini ed utenti relative al servizio idrico;
b) prevedere nella convenzione di affidamento del servizio idrico che l’ente gestore informi adeguatamente i Sindaci dei Comuni consorziati e gli utenti in ordine alle variazioni ed alle interruzioni del servizio fornito;
c) promuovere e, se richiesto, partecipare ad assemblee o incontri indetti da associazioni o gruppi di utenti;
d) curare i rapporti con istituzioni scolastiche mediante incontri, visite guidate, concorsi ecc. e predisporre materiale a fine didattico;
e) predisporre pubblicazioni divulgative da distribuire gratuitamente agli utenti per illustrare i dati essenziali dei propri programmi e della propria attività.
Tutte queste attività vanno sicuramente promosse ed incentivate e sono l’unica salvaguardia del cittadino consumatore.
Pensiamo di aver dato a questo dibattito molti spunti di discussione e ci auguriamo che altrettanti ne vengano dai partecipanti alla iniziativa. Tutto questo per migliorare il più possibile questo servizio di fondamentale importanza per ogni comunità.
Le bollette di una famiglia media, composta da 4 persone, di Porto Recanati, che qui riportiamo, lo dimostra senza ombra di dubbio.
Ragionando e dibattendo fra noi del problema ci sono sorte diverse domande. che ci siamo resi conto con il passare del tempo, essere di vitale importanza per una questione così essenziale per la vita di ognuno.
Quindi ci siamo rivolti, attraverso una lettera aperta, alla fine di ottobre del 2006, a coloro che ci sembrava essere i più diretti interessati a risolvere i nostri dubbi.
La lettera aperta ai Sindaci dei Comuni di Porto Recanati, Loreto, Castelfidardo, Osimo, Recanati. Montelupone, Potenza Picena, Montecassiano così recitava: ( clic per vedere link )
A questa lettera il nostro sindaco Fabbracci, in un trafiletto di cinque righe sul messaggero. risponde candidamente che l’acqua è diventato un bene importante e gli aumenti sono dovuti ad una pura e semplice legge di mercato. E no! Sig. sindaco nemmeno la più stupida legge di mercato può permettere di aumentare il prezzo di un qualsiasi bene di consumo del 100% in un solo colpo: le leggi di mercato sono molto ma molto più furbe. Dagli altri Sindaci il silenzio più assoluto.
Dopo qualche giorno sul Corriere Adriatico del 3 novembre 2006 si poteva leggere un intervento molto singolare:
( clic per vedere link )
Questo pezzo, anche se non firmato, crediamo sia stato ispirato dal Sindaco di Osimo, anche perché accanto all’articolo compariva la sua foto.
Questi due fatti non hanno dissipato per niente le nostre perplessità anzi hanno aggiunto interrogativi ancora più corposi a quelli che già erano sorti. Quale significato hanno le argomentazioni di questo intervento? E specialmente che cosa nasconde la frase che abbiamo sottolineato in grassetto? Quale scontro di poteri è in atto intorno a questo problema?
A questo punto è stato gioco forza andare a vedere l’organizzazione della gestione delle acque nel nostro territorio; e vi assicuro che la cosa non è stata semplice e che sicuramente presenterà delle lacune anche importanti.
Quindi questa sera abbiamo l’occasione , data la presenza di numerosi personaggi importanti e soggetti attivi degli organismi interessati, dicapire bene il funzionamento di tutta la questione.
La legge della Regione Marche n. 18 del 1998, in applicazione della legge Galli n. 36 del 5 gennaio 1994 "Disposizioni in materia di risorse idriche". Istituisce l’autorita di ambito territoriale ottimale (ATO) e cioè l’organismo che ha la proprietà delle risorse idriche in tutta la regione.
Gli ATO delle marche sono 5 ed ognuno si occupa di un pezzo del territorio della della regione. Quello che interessa noi è l’ATO n 3 che comprende 48 comuni di cui 42 in provincia di (MC) e 6 in provincia di (AN). L’ATO è un consorzio di enti locali dotato di personalità giuridica di diritto pubblico.
L'Autorità, nell'esercizio delle sue funzioni, rappresenta sia i soggetti consorziati, quindi i Comuni dell'Ambito, sia l'utenza, quindi i consumatori del Servizio Idrico Integrato.
L'Assemblea è composta dai Sindaci o delegati dei 48 Comuni consorziati con rappresentatività determinata per il 60% in base alla popolazione, per il 35% in base alla superficie. Il restante 5% è assegnato alla Provincia.
Tanto per fare un esempio Porto Recanati ha 1,82% Recanati 5,04% Osimo 6,78%
Il Consiglio di Amministrazione è l'organo amministrativo del Consorzio; è composto da 9 consiglieri, compresi il Presidente e il Vice Presidente, eletti dall'Assemblea con criteri di rappresentanza delle diverse aree territoriali dell'ambito.
A questo proposito pensiamo e proponiamo che in questi due organismi i cittadini-consumatori vadano rappresentati in modo più efficace in quanto i sindaci, essendo i rappresentanti dei soggetti consorziati, non sempre o non abbastanza, al di la degli orientamenti politici, hanno presenti le problematiche dei cittadini-consumatori.
Infatti troppe volte tendono, per incapacità o per problematiche contingenti, a scaricare sulle tariffe difficoltà gestionali e/ o finanziarie. Tale rappresentanza può essere utile anche a contrastare il rischio che tutti hanno ben presente, che questi enti diventino carrozzoni clientelari e/o centri di potere a discapito dell’efficienza del servizio e del contenimento delle tariffe.
L’ATO N 3 si avvale per la gestione del Servizio Idrico Integrato di tre società consortili: UNIDRA SCRL frutto dell’unione tra ASSM Tolentino, ASSEM Sanseverino e 20 comuni del territorio. S.I.MARCHE SCRL composto da APM comune e provincia di (PG), ATAC Civitanova, CASTELFIDARDO SERVIZI.
CENTRO MARCHE ACQUE SCRL composto da ASTEA spa a sua volta risultante dalla fusione di AST Recanati e ASPEA Osimo e da ACQUA AMBIENTE MARCHE di proprietà dei comuni di ( Cingoli, Filottrano, Numana, Sirolo).
Tutte queste società sono ufficialmente di capitali interamente di enti pubblici.
A questo proposito, sappiamo che nel capitale dell’ASTEA è presente una quota pari circa al 25%, quindi non di poco conto, appartenente ad un gruppo privato, AMGA DI GENOVA, non abbiamo trovato nessun documento che smentisce questo, vorremmo avere notizie più recenti e certe. Questo perché ci introduce ad un altro aspetto delle questioni che dibatteremo questa sera e che ci interessa più da vicino e cioè le modalità di affidamento del servizio che sono strettamente legate alla formulazione delle tariffe.
L’articolo 14 del decreto legge 269/03, convertito in legge 326/03, e il comma 234 art. 4 della Finanziaria 2004, hanno introdotto significative modifiche nell’assetto regolamentare dei servizi pubblici locali (art. 35 Finanziaria 2002). La più significativa modifica riguarda la modalità di affidamento del servizio: l’art.14 supera, infatti, l’obbligo di gara previsto dall’art.35 e prevede che si possa scegliere fra tre alternative modalità di selezione del gestore:
- attraverso gara ad evidenza pubblica;
- in modo diretto a società mista, il cui socio privato sia selezionato attraverso gara ad evidenza pubblica;
- attraverso il cosiddetto affidamento in house, ovvero a società di capitale interamente pubbliche a condizione che “l’ente locale o gli enti pubblici esercitino un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l’ente o gli enti pubblici che la controllano” (cfr. Industry Monitor dicembre 2003).
La convenzione di affidamento alla società Centro Marche Acqua è stata perfezionata ai sensi delle deliberazioni della assemblea consortile n° 5 del 23/06 2003, n°6 del 30/06/ 2003 n° 5 del 28/04/ 2005 Questa ha la durata di anni 20 a partire dal 1 luglio 2005. L’affidamento cesserà automaticamente se alla data del 31/dicembre 2006 il gestore non avrà assunto i caratteri dell’articolo 113 comma 5. lett.b o lett c. Cioè il gestore entro quella data dovrà dare prova di avere intrapreso la procedura di gara ad evidenza pubblica necessaria per la scelta del socio privato, anche finanziario.
Oppure di aver intrapreso l’iter per la costituzione del capitale sociale interamente pubblico i cui soci pubblici esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi. Cioè le condizioni per dare l’affidamento con metodo diretto che dicevamo prima.
Al 31 dicembre 2006 queste norme non sono state ottemperate dal gestore Centro Marche Acque. Infatti con delibera del 24/ novembre 2006 è stata prorogata la scadenza del 31dicembre 2006 al 31 dicembre del 2007 grazie ad un decreto Bersani che ne da la facoltà.
La nostra preoccupazione è che la complessità e la continua modifica delle norme, quasi ad ogni finanziaria, rischi di nascondere le vere problematiche che ci sono dietro il controllo della gestione della distribuzione dell’acqua.
L’acqua è diventato, proprio perché se ne incomincia ad avvertire la scarsità, un bene che accende gli appetiti di tanti soggetti privati senza scrupoli. E’ un gioco ormai largamente sperimentato in tante regioni, provincie, comuni, quello che, attraverso la inadeguatezza, la mancanza di controlli, la scarsa conoscenza delle norme, la oggettiva difficoltà di comprensione delle leggi e/o la colpevole mancanza di trasparenza da parte degli organi preposti permettono, a grandi speculatori privati, di impossessarsi del bene di consumo più prezioso: L’acqua.
Nella regione Marche nella provincia di Macerata nel comune di Porto Recanati siamo in queste condizioni?
Crediamo e speriamo di no; tuttavia non possiamo non notare alcuni fatti che ci preoccupano molto.
Primo fra tutti è proprio l’aumento delle tariffe, tema dell’iniziativa in oggetto.
Le tariffe sono state modificate con delibera dell’assemblea dell’ATO n°3 atto n°13 il 5 dicembre 2005 allegati n°1 e n°3 per i periodi 1 luglio 2005 e anno 2006. Non abbiamo trovato però alcun riferimento e nessun documento per il cambiamento delle fasce di consumo ( agevolata, base, 1° eccedenza, 2°eccedenza), ne in questa delibera ne sul Piano d’Ambito, che anzi prevede una terza fascia di eccedenza, che costituisce oltre il 50% dell’aumento stesso.
Vorremmo dei chiarimenti, su questo, se possibile.
Un’ultimo tema che vorremo toccare in questo dibattito è il modo come è avvenuto questo aumento. Tema certamente non secondario rispetto agli altri anzi.
Infatti è avvenuto nel più assoluto silenzio da parte di tutti, quasi che dovesse passare inosservato ai più. Senza nessun tipo di pubblicizzazione, di commento esplicativo, senza avvertire i consumatori che, utilizzando l’acqua senza usare una maggiore oculatezza, sarebbero andati incontro a spese enormemente maggiori di quelle sostenute fino all’anno prima.
Sono proprio questi metodi che ci preoccupano di più perché potrebbero prefigurare la volontà di qualcuno di allentare le maglie rispetto alla gestione pubblica dell’acqua e di favorire la gestione di soggetti privati.
Al contrario giustamente lo statuto dell’ autorità di ambito territoriale ottimale prevede al punto 6 che:
1. Il Presidente dell’Autorità di ambito provvede a trasmettere agli Enti consorziati, ai soli fini di informazione, entro quindici giorni dalla loro adozione, gli atti deliberati dall’Assemblea.
2. Gli organi dell’Autorità di ambito promuovono ogni possibile forma di consultazione e di partecipazione degli Enti consorziati in merito agli aspetti fondamentali dell’attività dell’Autorità in particolare:
a) attuano incontri con gli Enti locali consorziati partecipando anche, di propria iniziativa o richiesta degli stessi, alle sedute dei relativi organi;
b) divulgano ed illustrano la propria attività con relazioni periodiche da trasmettere agli Enti consorziati.
3. il Consorzio ha l’obbligo di:
a) esaminare le proposte presentate da associazioni, gruppi di cittadini ed utenti relative al servizio idrico;
b) prevedere nella convenzione di affidamento del servizio idrico che l’ente gestore informi adeguatamente i Sindaci dei Comuni consorziati e gli utenti in ordine alle variazioni ed alle interruzioni del servizio fornito;
c) promuovere e, se richiesto, partecipare ad assemblee o incontri indetti da associazioni o gruppi di utenti;
d) curare i rapporti con istituzioni scolastiche mediante incontri, visite guidate, concorsi ecc. e predisporre materiale a fine didattico;
e) predisporre pubblicazioni divulgative da distribuire gratuitamente agli utenti per illustrare i dati essenziali dei propri programmi e della propria attività.
Tutte queste attività vanno sicuramente promosse ed incentivate e sono l’unica salvaguardia del cittadino consumatore.
Pensiamo di aver dato a questo dibattito molti spunti di discussione e ci auguriamo che altrettanti ne vengano dai partecipanti alla iniziativa. Tutto questo per migliorare il più possibile questo servizio di fondamentale importanza per ogni comunità.
di Bruno SAMPAOLESI
RELAZIONE INIZIATIVA SULLA GESTIONE DELL'ACQUA Porto Recanati 18 / 01 / 2007
organizzata da verdi, liberassociazione Sinistra Europea, PRC
RELAZIONE INIZIATIVA SULLA GESTIONE DELL'ACQUA Porto Recanati 18 / 01 / 2007
organizzata da verdi, liberassociazione Sinistra Europea, PRC