A ciascuno il suo.

Data Corsivo 10 gennaio 2010 | Corsivo n° 4 |

Ciò che è avvenuto a Rosarno dimostra una volta di più che la legislazione vigente nel nostro paese è la causa e non il rimedio contro la clandestinità e i fenomeni criminali che la sfruttano e la alimentano.
Infatti, trasformando automaticamente coloro che cercano un lavoro e un futuro nel nostro paese in delinquenti, la legge stessa li consegna nelle mani dei profittatori che li sfruttano condannandoli a condizione di vita illegali e criminali.
Per questo è corretto definire la legge vigente nel nostro paese criminogena, cioè generatrice di criminalità.
Si tratta di una verità davvero banale che è sotto gli occhi di tutti.

Temo purtroppo che l'evidenza di questa verità non servirà a far cambiare strada al nostro paese. Ci sono troppe persone, infatti, che prosperano sulla criminalizzazione degli immigrati: costoro hanno fatto in modo che l'opinione pubblica e le istituzioni assumessero e accettassero la politica di criminalizzazione degli immigrati; costoro non rinunceranno a nessun costo ai vantaggi che ne hanno ricavato e ne ricaveranno.
Chi sono?

    a) I primi beneficiari della politica di criminalizzazione degli immigrati sono ovviamente tutti coloro che li sfruttano economicamente: quelli, ad esempio, che li impiegano nei lavori “in nero” o comunque irregolari.
    Sfruttandoli così, essi ottengono due vantaggi: aumentano enormemente i loro guadagni (ottenendo così un illecito beneficio nei confronti delle imprese che agiscono correttamente) e tengono sotto ricatto i lavoratori regolari (italiani o no), che debbono piegarsi a condizioni sempre più vessatorie.
    Per tutto questo essi, inoltre, non rischiano quasi nulla, perché la rabbia e la frustrazione dei lavoratori italiani anziché dirigersi contro di loro (e contro la legislazione che di fatto li favorisce) si scaglia contro i lavoratori immigrati, cioè contro le altre vittime di questo stato di cose.
    A volte (come a Rosarno) le imprese sono addirittura quelle mafiose e si arriva alla riduzione in schiavitù dei neri, trattai come bestie.
    Tra coloro che sfruttano la condizione in cui si trova l'immigrato a causa della politica di criminalizzazione vi sono gli affittuari delle abitazioni.
    Anche in questo caso il vantaggio economico è tutto privatizzato e illegale, mentre il disagio che deriva dalle condizioni in cui vivono le persone immigrate viene completamente scaricato sul resto della società, la quale ancora una volta se la prende solo con le vittime.
    L'ipocrisia di chi (come Panebianco) invoca sempre più rigore, fermezza, intolleranza per affrontare questa situazione è davvero indecente: è sotto gli occhi di tutti che ogni salto di qualità nell'inasprimento delle misure di criminalizzazione non farà che accentuare il problema, come dimostra il recente caso della creazione del reato di clandestinità e della contemporanea sanatoria per le “badanti”: a fronte dei costi per regolarizzare le persone che assistono gli anziani e i malati (dette sintomaticamente “badanti”) la maggioranza degli italiani ha preferito tenersi i soldi e lasciare la badante al suo destino.
    Così, a fronte delle 600/800 mila regolarizzazioni previste, ve ne sono state solo 270 mila! Tutte le altri lavoranti, che fino a quel momento avevano un lavoro e erano inserite nel tessuto sociale, sono diventate da un giorno all'altro delle criminali senza alcun diritto.

    b) La seconda, fondamentale, categoria di coloro che hanno fatto e fanno fortuna sulla pelle degli immigrati, sono ovviamente i leghisti e tutti coloro, a qualunque forza politica appartengono, che esasperano e strumentalizzano gli inevitabili problemi connessi all'immigrazione.
    La Lega, in particolare, non ha nessun interesse a cercare una soluzione alla questione immigrazione, perché in realtà dal permanere di questo problema dipende il suo successo.
    La paura e i contrasti legati all'immigrazione sono il combustibile che fa volare la Lega.
    Infatti, grazie a questo argomento si sono costruite decine e centinaia di carriere politiche: ministri, deputati, consiglieri regionali, sindaci, sanno che il loro avvenire politico è legato al permane della paura dell'immigrato clandestino, dell'immigrato che sottrae lavoro, dell'immigrato che vive in condizioni indecenti.
    La condizione affinché tutto questo si perpetui è il mantenimento e il rafforzamento delle politiche di criminalizzazione degli immigrati.
    È un gioco da ragazzi: più criminalizzazione genera più clandestinità e più paura; queste a loro volta generano domanda di maggiore criminalizzazione, che di nuovo alimenta paura e domanda di “mano forte”.
    Se qualche cosa va male, basta buttare la croce su quelli che sono troppo buonisti!
    Intanto da tutto ciò si possono tranquillamente ricavare laute indennità parlamentari, potere, fama.
    Come pensate che costoro possano rinunciare a tutto questo? Non lo faranno mai!
    Se consideriamo le singole personalità dei capi della Lega (Bossi, Maroni, e giù, giù... Castelli, Salvini...) ci rendiamo conto che si tratta di persone senza alcuna qualità, il cui destino senza questa manna sarebbe stato nella maggior parte dei casi quello di sfogare la loro frustrazione nei bar e nei pub del profondo nord.
    Alcuni di loro sono dei tipici falliti, che solo grazie alla strumentalizzazione della paura per il diverso (prima il “terrone”, poi l'immigrato) sono riusciti a costruire per sé e per i loro seguaci una carriera che assicura potere e ricchezza.
    Costoro non rinunceranno mai a tutto ciò.
Solo un'opinione pubblica ottusa e una classe dirigente vile possono assecondare questa situazione.
Mai come in questo caso è quindi valido il detto latino. “unicuique suum”: a ciascuno il suo!



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