E se provassimo a ragionare con la nostra testa sulla crisi? E se provassimo a guardare a quello che succede sotto i nostri occhi
senza farci condizionare dai commenti degli “esperti”? Di sicuro ci guadagneremmo del tempo, che altrimenti rischiamo di perdere dietro a delle autentiche sciocchezze.
Tipo quelle che scrive sul Corriere della Sera del 30 marzo Dario Di Vico:
("http://www.corriere.it/editoriali/12_marzo_30/20120330NAZ01_35_2d3c455e-7a27-11e1-aa2f-fa6a0a9a2b72.shtml)
Secondo Di Vico, infatti, la risalita dello spread e il cattivo andamento della borsa dipenderebbero dal fatto che i politici italiani avrebbero ripreso a fare
il solito teatrino, parlando male dei mercati e permettendosi di disquisire sulla “riforma” dell’articolo 18.
In altri tempi si sarebbe detto: “zitto, il nemico ti ascolta!” Di Vico sembra davvero credere che l’andamento dei mercati finanziari dipenda da quello
che dicono Casini, Alfano o Bersani, e non da condizioni strutturali, come hanno chiaramente documentato gli esperti della Commissione e del
Consiglio dell’Unione europea nei due rapporti riservati che hanno consegnato nei giorni scorsi e che il Fiancial Times ha riferito per cenni.
Patetico.
Per non parlare di Giuliano Ferrara, che arriva a sostenere che abolire l’articolo 18 è una mossa di sinistra
(http://www.ilgiornale.it/interni/abolire_larticolo_18_e_sinistra/01-04-2012/articolo-id=580574-page=0-comments=1) .
Dopo qualche decennio da rinnegato (cioè di chi è costretto tutti i giorni a dimostrare che ha ripudiato sinceramente le idee che professava prima,
sparandola sempre più grossa degli altri per farsi credere) Ferrara vuole adesso dare lezioni su come si è “di sinistra".
Patetico.