Friburgo la prima città ecologicamente corretta..

tratto dal Magazine del Corriere della Sera del 24/07/2008 (lettura proposta da Emilio Pierini)

Case che ruotano seguendo il percorso del sole. Interi quartieri alimentati a celle fotovoltaiche. auto messe al bando in favore di biciclette e mezzi pubblici. Rifiuti super differenziati. Benvenuti nell’ultima frontiera del vivere biologico ed a risparmio energetico dove l’erba del vicino non sempre è la più verde.
Danilo TAINO


Volete vivere nella città più verde del mondo? Bè, dovete prendervi anche quello che si trascina dietro: sguardi obliqui se usate l’automobile due giorni di seguito, verdura molto biologica, biciclette che investono i pedoni, un certo controllo sociale, ore di discussioni politicamente corrette con il vicino che è sempre un passo più avanti, separazione dell’immondizia fino allo spillo.
Per il resto, è tutta salute. O, almeno, una vita “intelligente”. Se vi piace, Friburgo, angolo Sud-Ovest della Germania, non lontana dai confini di Francia e Svizzera, città universitaria tra le più antiche d’Europa, vi aspetta.
E’ un modello di efficienza ecologica studiato in mezzo pianeta. “Ci sono altre città, in Germania, che hanno fatto la scelta verde” dice Dieter Worner, capo del dipartimento Ambiente del Comune: “Heidelberg, Munster, Monaco, Francoforte, Saarbrucken. Ma noi e Ulm siamo in una lega per conto nostro”
In effetti, alcuni quartieri della città (220 mila abitanti) sono un esperimento a cielo aperto. Vauban, per dire, ha una sola strada centrale transitabile in auto, non arrivate a parcheggiare nel giardino della vostra villetta a energia solare: dovete lasciare la macchina a una Solarparkhaus, parcheggio multipiano a energia rinnovabile, dove un posto costa 18 mila euro l’anno, così imparate.
Molti abitanti del quartiere, dunque, firmano un impegno a non possedere un’automobile per il tempo che abiteranno lì. Parecchi, confessa una signora inglese da un paio d’anni nel quartiere, in realtà parcheggiano altrove e non denunciano il possesso del veicolo.

NON BASTA SPEGNERE LA LUCE PER SALVARE IL PIANETA
Fatto sta che Vauban ha poche auto. E, naturalmente, è costruita con nuove tecnologie: piccole unità di pochi appartamenti, materiali isolanti, scelte architettoniche di risparmio energetico, pannelli solari. Classi medio-alte, molti insegnanti, che controllano il territorio.
“Non è gente che guarda spesso il Grande Fratello” spiega Worner. “Sono persone che hanno fatto una scelta di coscienza, per lo più. Più che una città idilliaca, è uno show case, la dimostrazione che un’alternativa all’iper consumo di energia è realistica”.
Un posto in cui si cerca di cambiare mentalità “Non si può salvare il pianeta spegnendo la luce: serve un salto di habitus mentale”, afferma il professor Eicke Weber, direttore del Fraunhofer, l’istituto per i sistemi a energia solare forse più importante al mondo, che due anni fa ha lasciato Berkeley, California, per venire a Friburgo, luogo dove le cose succedono.
In città, una tipica casa a risparmio energetico riesce a funzionare per quasi tutto l’anno grazie all’energia dei pannelli solari, combinata con le scelte architettoniche e dei materiali. Anche durante l’inverno. Mentre una normale casa europea consuma ogni anno più di 200 Kilowattora di energia per metro quadrato, a Friburgo si scende spesso a 15-20.
In un altro quartiere modello, Riesefeld, l’architetto Rolf Disch ha costruito una serie di Plusenergiehaus, case che producono più energia di quanta ne consumano.
Grazie ad una legge federale tedesca, possono così vendere il non utilizzato alla rete nazionale, ad un prezzo attraente stabilito dal governo – siamo in fondo nel paese della “cancelliera verde”, Angela Merkel. La prima casa del genere in Germania, l’Heliotrop, progettata appunto da Dish, è diventata uno dei Landmark più ammirati in città: l’edificio ruota e segue il sole per catturarne il maggior numero possibile di raggi.

LA SVOLTA VERDE RISALE AI PRIMI ANNI SETTANTA
Dunque, poche auto e case a risparmio energetico o a produzione in eccesso. Ma non solo.
Molte strade ciclabili (Friburgo è costellata da 400 km di piste ciclabili) e biciclette che si sentono padrone della città come altrove le automobili, quindi pericolosissime perché non si sentono arrivare: il 33% degli spostamenti avviene su due ruote, secondo Worner, del Comune. Una grande rete di trasporti pubblici, per lo più tram : due mila km tra la città ed i dintorni per 44 euro di abbonamento mensile. E raccolta super differenziata dei rifiuti: quante separazioni facciamo in Italia? Quattro?
A Friburgo sono dieci, da effettuare in casa: quattro sono i bidoni nei cortili ma altre sei hanno centri di raccolta in giro per la città. Lo scopo è ridurre al minimo i rifiuti generici ed il sistema per garantirlo è il costo: si paga il sacchetto della spazzatura generica, a seconda della dimensione, ragion per cui è incentivata la selezione a monte, finalizzata al riciclaggio, che è gratuita.
La storia di Friburgo verde comincia nei primi Anni Settanta, quando il governo voleva costruire una centrale nucleare nelle vicinanze. I cittadini si opposero, ma non vollero limitarsi a dire no. Decisero dunque per la via alternativa, risparmio ed energie rinnovabili. “Il Big Bang, la decisione di diventare verdi, fu nel 1975”, dice Worner.
Da allora, è stato un crescendo ambientalista. Sono nate organizzazioni non governative, tipo Oko Institut e Bund. E’ cresciuto l’istituto Fraunhofer, una struttura di ricerca straordinaria con 650 persone che ci lavorano, in gran parte sull’energia solare, ma non solo: hanno sviluppato la tecnologia sottostante l’Mp3, per dire. Ed è nato il Solar-Fabrik Group, che progetta e produce pannelli solari e celle fotovoltaiche tra le più avanzate al mondo (ne esporta il 40%). I nuovi quartieri sono cresciuti.
I giovani sono arrivati e spesso hanno anche sperimentato nuove forme sociali radicali, come il Kindergarten (asilo) di Riesefeld, tra i boschi, all’aria aperta per tre ore e mezza al giorno, ci sia un gran sole o nevichi, che integra i metodi Montessori con le teorie sviluppate da Rudolf Steiner.
E’ questa la modernità, è questo il futuro ? Il professor Weber dice che gli Stati dovrebbero intervenire a favore delle tecnologie solari, in particolare vorrebbe che Einspesevergutung, la politica tedesca di garantire un prezzo all’energia in surplus prodotta dai privati con energie alternative, fosse adottata a livello internazionale. In ogni caso, dice che siamo ad un punto di svolta: lui pensa che non basterà a salvare il mondo, ma “anche un decennio guadagnato è qualcosa”.

La svolta sta nel fatto che l’energia solare sta per diventare concorrenziale, in termini di prezzo, con quella dei gas fossili. “Il suo prezzo”, calcola, “cala dell’8% l’anno, significa che in 10 anni costerà meno dell’energia tradizionale, che il fotovoltaico avrà una grande diffusione. I Paesi che si occupano in modo positivo ed aggressivo di queste tecnologia avranno un futuro migliore.
I lettori del Corriere della Sera (e di questo sito internet aggiungo io) dovrebbero rendersene conto” Insomma sì, piaccia o meno, Friburgo è probabilmente la faccia del futuro.
Avesse qualche ristorante politicamente scorretto……

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