Se rivolessi la mia panchina?

di Emilio Pierini - Inserito il 25 maggio 2008

Premessa: non sono né xenofobo, é razzista. Sono per il semplice rispetto delle regole tipiche di uno stato di diritto. Regole che debbono ovviamente valere per tutta la comunità. Sono altresì contro ogni forma di lassismo giuridico, tipico della gente italica dove il nero ed il bianco spesso si fondono in un indefinito grigio. Di cosa parlo? Parlo della problematica dei venditori ambulanti abusivi che pullulano nella nostra cittadina.

La problematica è stata recentemente trattata dagli organi di informazione locale. E’ stato dato ampio risalto ai blitz delle forze dell’ordine all’Hotel House finalizzati a contrastare il fenomeno dello smercio di alcuni articoli (borse, occhiali Cd e Dvd) di famose griffe palesemente contraffatti.
Ma il fenomeno continua imperterrito. Soprattutto nei week end non c’è panchina di Corso Matteotti o del Lungomare che non venga spudoratamente occupata da questi signori che purtroppo molto spesso agiscono indisturbati. Il danno provocato da tali personaggi al commercio locale non è quantificabile ed è frutto di una concorrenza assolutamente sleale e barbara.

La cosa curiosa è che a praticare tale tipo di commercio abusivo sia, in gran parte, una comunità regolarmente inserita nel nostro tessuto sociale locale; persone impiegate nella nostra piccola e media industria che nel week end si trasformano in palesi trasgressori di una decine di leggi del nostro ordinamento.
I signori insomma lavorano legalmente, versano contributi, mandano i loro figli nelle nostre scuole, usufruiscono giustamente del servizio sanitario nazionale e nel week end, per arrotondare, esercitano spudoratamente attività decisamente illegali.

Nella scorsa estate, praticamente tutte le sere, il lungomare di Porto Recanati, nei giorni di maggiore affluenza, si trasformava in un suk variegato: commercianti abusivi di una decina di diverse nazionalità stendevano le loro lenzuola cariche di merci contraffatte occupando metà della carreggiata destinata al passeggio facendo, tra l’altro, affari d’oro.
Le panchine di Porto Recanati ormai non sono più ad uso della comunità. Vengono occupate con straordinaria indifferenza da questi individui ai quali nessuno ha il coraggio di andare a dire qualcosa.
Sono abusivi padroni dei nostri spazi: lo stato di diritto ha ceduto alla loro arroganza, alla loro mancanza di rispetto delle nostre regole civili. Allora lancio una proposta provocante: a similitudine della “Tassa di occupazione del suolo pubblico” che tutti i commercianti di Porto Recanati pagano quando nei mesi più caldi posizionano delle panchine all’esterno dei loro locali, facciamo altrettanto con questi signori.
Incarichiamo i nostri vigili urbani di passare ad ogni panchina nei week end con tanto di bollettario a riscuotere una speciale “Tassa di occupazione del suolo pubblico quotidiana del commercio illegale”.

Tolleriamo sempre tutto. Tolleriamo che non si rispettino le leggi, tolleriamo che si eserciti questa concorrenza sleale, tolleriamo che gli spazi adibiti alle nostre attività ricreative vengano, in maniera coatta, ridotti ad uso e consumo di questi commercianti abusivi.
Allora, per lo meno, monetizziamo questa occupazione illecita e destiniamo le corrispondenti somme ad attività ricreative per la popolazione.
Prendiamo atto che il fenomeno non si vuole sconfiggere e tentiamo di trarre il meglio dalla nostra impotenza. Rassegnati ad una immobilità che chi scrive non accetta.
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