Considerazioni di un antispecialista.
di Matteo Simonetti - Inserito il 29 giugno 2010
Il corrispondente nostrano del Bugiardò ci ricasca. Non è la prima volta che lancia il sasso e nasconde la mano, come ha fatto nella "lettera ad Antognini", dove mi si critica senza nominarmi.
I riferimenti al viaggio ad Assisi, al Secolo d'Italia, a Nietzsche, ecc.. sono però inequivocabili tanto che un lettore del sito mi ha detto: "guarda che c'è uno che ti attacca su portorecanatesi.it!". Non capisco il perchè di tanto risentimento, perchè di ciò si tratta, in senso nicciano ovviamente.
Se provo a darne una spiegazione non posso far altro che immaginare lo stato di frustrazione del dover parlare solo dei vip in spiaggia, del pienone dei ristoranti, di Peppina che è cascata in una buca davanti al Comune, che assale chi magari avrebbe voluto platee e soggetti diversi, come le pagine dei quotidiani nazionali e dei propri libri.
Va bè, chiudo questa parentesi e vengo alle accuse mossemi, riassumibili in due sole: essere un tuttologo e un voltagabbana.
La prima: mi ritengo un antispecialista, nel senso che intendo il mondo come uno scenario nel quale giocano pensieri ed azioni tra loro concatenati, dei quali o si comprende il comune senso sotteso o non se ne capisce affatto l'ordine e il fine.
Impossibile capire e commentare la politica economica degli Stati se non si conosce la natura del debito pubblico, impossibile capire il debito pubblico se non si conosce il signoraggio bancario e il moltiplicatore monetario, impossibile capire questi ultimi senza conoscere il senso delle rivoluzioni borghesi di fine 700, impossibile capire queste senza conoscere la crisi delle identità tradizionali e via via scendendo con i livelli, fino alla contrapposizione tra pensiero cristiano e giudaico in tema di messianismo.
Solo in questo esempio, per capire perchè è stata fatta l'ultima manovra finanziaria di Tremonti, abbiamo scomodato l'economia, la storia, la filosofia, la letteratura e la religione.
Ognuno di questi livelli presuppone l'approfondimento di libri e pensatori e l'attenta osservazione della realtà al di là dei pensieri via via dominanti. Solo il "tuttologo" ha cultura "viva", come dimostrano Goethe, Spengler, Croce...
Passiamo alla seconda accusa: il voltagabbanismo. Ebbene, qui ho gioco ancora più facile nella mia autoapologia.
Solo chi ragiona per preconcetti ha classificazioni così banali della realtà. Faccio solo qualche esempio. La vicinanza tra destra e sinistra su alcuni temi quali critica alla globalizzazione, politica estera, politica mediorientale, opposizione al consumismo, ecc. esiste da sempre. Solo chi non ha letto Marx e Spann non ne è al corrente.
Ci sono libri recentissimi che illustrano un "Evola noglobal" così come interi quotidiani, come Rinascita, vivono su questa identificazione.
Se Bufalari si fosse presentato ad una delle conferenze da me organizzate a Porto Recanati qualche anno fa, avrebbe ascoltato un relatore, Mario Bernardi Guardi, parlare proprio di questo.
Per quanto riguarda il viaggio ad Assisi, non sa Bufalari che San Francesco era un pallino di D'Annunzio? Era forse di sinistra D'Annunzio? Non sa Bufalari che esiste una spiritualità fuori dalla religione?
Torniamo alla destra e alla sinistra: dovrei presentare a giorni il mio ultimo libro, Demonocrazia, edito dalla Solfanelli, con l'aiuto di Sel di Porto Recanati, al quale va la mia riconoscenza per l'attenzione al dibattito culturale. La mia ultima presentazione è stata fatta in Abruzzo per interessamento di Forza nuova e Casa Pound. Un' altra presentazione in programma avverrà tramite ambienti legati al tradizionalismo cattolico.
Allora, invito Bufalari a studiare e documentarsi, ché il tempo, tra un elogio e l'altro dell'amministrazione, lo trova certamente.
I riferimenti al viaggio ad Assisi, al Secolo d'Italia, a Nietzsche, ecc.. sono però inequivocabili tanto che un lettore del sito mi ha detto: "guarda che c'è uno che ti attacca su portorecanatesi.it!". Non capisco il perchè di tanto risentimento, perchè di ciò si tratta, in senso nicciano ovviamente.
Se provo a darne una spiegazione non posso far altro che immaginare lo stato di frustrazione del dover parlare solo dei vip in spiaggia, del pienone dei ristoranti, di Peppina che è cascata in una buca davanti al Comune, che assale chi magari avrebbe voluto platee e soggetti diversi, come le pagine dei quotidiani nazionali e dei propri libri.
Va bè, chiudo questa parentesi e vengo alle accuse mossemi, riassumibili in due sole: essere un tuttologo e un voltagabbana.
La prima: mi ritengo un antispecialista, nel senso che intendo il mondo come uno scenario nel quale giocano pensieri ed azioni tra loro concatenati, dei quali o si comprende il comune senso sotteso o non se ne capisce affatto l'ordine e il fine.
Impossibile capire e commentare la politica economica degli Stati se non si conosce la natura del debito pubblico, impossibile capire il debito pubblico se non si conosce il signoraggio bancario e il moltiplicatore monetario, impossibile capire questi ultimi senza conoscere il senso delle rivoluzioni borghesi di fine 700, impossibile capire queste senza conoscere la crisi delle identità tradizionali e via via scendendo con i livelli, fino alla contrapposizione tra pensiero cristiano e giudaico in tema di messianismo.
Solo in questo esempio, per capire perchè è stata fatta l'ultima manovra finanziaria di Tremonti, abbiamo scomodato l'economia, la storia, la filosofia, la letteratura e la religione.
Ognuno di questi livelli presuppone l'approfondimento di libri e pensatori e l'attenta osservazione della realtà al di là dei pensieri via via dominanti. Solo il "tuttologo" ha cultura "viva", come dimostrano Goethe, Spengler, Croce...
Passiamo alla seconda accusa: il voltagabbanismo. Ebbene, qui ho gioco ancora più facile nella mia autoapologia.
Solo chi ragiona per preconcetti ha classificazioni così banali della realtà. Faccio solo qualche esempio. La vicinanza tra destra e sinistra su alcuni temi quali critica alla globalizzazione, politica estera, politica mediorientale, opposizione al consumismo, ecc. esiste da sempre. Solo chi non ha letto Marx e Spann non ne è al corrente.
Ci sono libri recentissimi che illustrano un "Evola noglobal" così come interi quotidiani, come Rinascita, vivono su questa identificazione.
Se Bufalari si fosse presentato ad una delle conferenze da me organizzate a Porto Recanati qualche anno fa, avrebbe ascoltato un relatore, Mario Bernardi Guardi, parlare proprio di questo.
Per quanto riguarda il viaggio ad Assisi, non sa Bufalari che San Francesco era un pallino di D'Annunzio? Era forse di sinistra D'Annunzio? Non sa Bufalari che esiste una spiritualità fuori dalla religione?
Torniamo alla destra e alla sinistra: dovrei presentare a giorni il mio ultimo libro, Demonocrazia, edito dalla Solfanelli, con l'aiuto di Sel di Porto Recanati, al quale va la mia riconoscenza per l'attenzione al dibattito culturale. La mia ultima presentazione è stata fatta in Abruzzo per interessamento di Forza nuova e Casa Pound. Un' altra presentazione in programma avverrà tramite ambienti legati al tradizionalismo cattolico.
Allora, invito Bufalari a studiare e documentarsi, ché il tempo, tra un elogio e l'altro dell'amministrazione, lo trova certamente.
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