Quando dai frati.. si giocavano interminabili partite di pallone. Ogni pretesto era buono per inventarsi un torneo.
C'era quello della "gazzosa" che si disputava in estate mentre ogni periodo dell'anno andava bene per le sfide tra quartieri
che, allora, erano tre: Sammarì, Castennou, Centro. Si giocava con ciò che in quel momento si aveva indosso.
Quando andava bene, ai piedi si portavano scarpette da tennis. Quelle di pezza della "Superga" erano le più diffuse (certamente anche perchè le più economiche).
Le magliette venivano indossate sopra gli abiti, servivano per distinguere i componenti le squadre, ed erano fornite direttamente dell'Oratorio.
Il grande utilizzo le rendeva presto sbiadite e sdrucite e poco importava se il giorno prima o, meglio, qualche ora
prima, erano già state indossate da un altro "giocatore".
Così come i palloni di gomma nera o arancione, le magliette si trovavano in una stanza situata proprio a ridosso dell'androne
di ingresso, nelle immediate vicinanze del porticato che dava sul cortile.
Quella stanza era la più ambita, la più cercata dai ragazzi dell'Oratorio perchè dentro vi si trovavano gli strumenti del gioco.
Era l'unica stanza sempre chiusa a chiave e mai nessuno ha saputo spiegare perchè si chiamasse "Casa Bianca".