"Giò la marina..." Estate 1955. Un gruppo di ragazzi del quartiere di "Sammarì" posa per il fotografo.
L'estate fa sentire tutta la sua calura e la spiaggia, ancora non corrosa dalle mareggiate, risulta essere il posto ideale per lasciarsi andare a giochi, corse sulla sabbia, incontri con i
ragazzi del quartiere e, qualche volta, scontri con quelli dei quartieri limitrofi.
Sulla spiaggia le numerose "lancette" dei pescatori, ormeggiate proprio vicino alla battigia con le "palanghe" poste su un lato e
ancora unte di "sego", vengono spesso utilizzate per questi giochi o, più semplicemente, come privilegiato punto d'incontro.
In spiaggia, di solito, si va indossando canottiera e pantaloncini o con abiti leggeri che lasciano grande libertà di movimento.
La sabbia e la ghiaia si affrontano sempre a piedi nudi che la pratica costante di quel fondo, ha abituato a considerare quasi come una carezza.
Qualche volta si indossano i classici "zoccoli" formati da un fondo di legno tenero tenuto al piede da una stuoia di cuoio.
E' difficile che gli zoccoli durino più di una stagione in quanto, quel legno tenero durante il camminare, si consuma facilmente dalla parte del
tacco ed è frequente sentirne il caratteristico ticchettio prodotto dal contatto del legno con il suolo.