Gennaio 1951. Sul palco del teatro dei "Frati" (così era abitudine definire l'oratorio salesiano) va in scena la rivista
di carnevale che porta, come titolo, «Io sono il Capataz». La rivista prende spunto dall'omonimo film, simpatica parodia sulla
rivoluzione messicana, girato nel 1950, che ha, ome attori protagonisti, Renato Rascel e Silvana Pampanini.
«Io sono il Capataz», mantiene fede alla struttura narrativa della rivista carnascialesca basata su scherzose scenette (il termine
sketch non era ancora in voga) che trasferiscono in parodia eventi e personaggi di vita quotidiana, nonchè aspetti dell'attività
della Amministrazione locale.
Anche l'immaginario pullman Fermo-Ancona, dentro il quale si trovano a recitare la scenetta i giovanissimi, Fabrizio Michelini,
Antonio Piercamilli e Francesco Matassini, tutti appena ventenni, è proposto in chiave ironica. Pulman, infatti, non appartiene al
vocabolario del Porto. "Agu a pià la curiera per Luretu". Per questo motivo il Pullman è proposto al femminile "Corriera" evidenziata
con gradi occhi, sopraciglia e labbra con rossetto.
I testi della Rivista «Io sono il Capataz» sono di Marino Scalabroni (25 anni) la Regia di Romolo Cingolani (22 anni),
la supervisione di Don Antonio Fanesi sempre presente alle prove teatrali con il compito (anche) di verificare i testi.