Anno 1952. Uno spago teso posto ad una certa altezza tra i ritti di legno dei saltometri e un foglio di carta bianco avvolto al centro dello spago per rendere la misura meglio visibile, raccontano lo svolgimento dell' ora di ginnastica che vede impegnati gli alunni della classe terza media. La lezione si svolge nel cortile adiacente la piccola palestra di Via Bramante, sede delle lezioni di ginnastica, dove gli alunni si sono trasferiti percorrendo, a piedi, la distanza che separa la palestra dal plesso della Scuola media situata a metà di Corso Matteotti (oggi sede del Municipio). Il Professore di ginnastica, dopo aver impartito le necessarie informazioni, osserva l'alunno Paolo Mascalchi nel suo tentativo di superare la misura. Non ci sono materassi di morbida gomma oltre lo spago ad attutire la caduta e neppure un adeguato rialzo di sabbia e la tecnica di salto è quella classica della "sforbiciata" che obbliga il protagonista del salto a cadere in piedi.
Le lezioni di ginnastica non comportano ancora l'obbligo di un abbigliamento adeguato; è sufficiente avere ai piedi semplici scarpe
ginniche (meglio note come scarpe da tennis).
La struttura delle lezioni di ginnastica si basa ancora su esercizi di gruppo mossi da “comandi” di forma imperativa d’esecuzione ginnica e solo
nel corso del 1952 prende vita l’ISEF di ROMA, alle dirette dipendenze dello Stato (Farnesina). (L'Isef di Urbino dovrà invece attendere il 1967
per l'inizio delle lezioni).
Nel cortile con il fondo sterrato, alcuni bambini, probabilmente alunni delle elementari, assistono curiosi, appoggiati al muro, alle prove di salto.
Una Vespa Piaggio è parcheggiata a ridosso del muro. Forse è usata dall'insegnante di ginnastica per i suoi spostamenti.