Estate 1977, Via Mentana (oggi Via Accardo) Tipica giornata di vita quotidiana al Porto. Donne alla guida del tradizionale
cariolo girano per le vie del paese intente alla vendita ambulante di pesce. Sono molto spesso mogli, madri o figlie di pescatori che contribuiscono
in questo modo alla gestione dell'economia famigliare. Provengono dal locale mercato ittico o dagli scali delle lancette "giò la marina".
Girano per le vie del paese fermandosi di tanto in tanto dove sanno di avere delle "poste" da soddisfare o in punti strategici frequentati da persone o turisti.
Sul Cariolo un tempo costruito in legno, comprese le ruote, ma sempre più spesso sostituito da struttura in ferro con ruote riprese da vecchie
biciclette o motoclici, portano il carico da vendere contenuto dentro cassette di rigida plastica o nelle tradizionali ceste di vimini (coffe).
Per le operazioni di pesatura si servono della bilancia Stadèra basata sul principio delle leve, sempre tenuta in bella vista in prossimità delle Stanghe
del cariolo e che il tempo ha insegnato loro ad usare con particolare maestria.
La necessità di tornare a casa con le coffe vuote, le ha rese abili venditrici capaci quasi sempre, con pretesti vari, di catturare l'attenzione dei passanti.
Fino alla fine degli anni Sessanta del novecento, quando ancora le strade erano poco frequentate dalle auto, il loro passaggio dentro le vie del paese era reso palese
da una sorta di canto fatto di due sole note: «Pesciu, Pesciu, Vivu, Vivu» scandito con voce decisa allo scopo di marcare la presenza.