Settembre 1972, prime ore del pomeriggio Sul cortile dell'oratorio, come tutti i giorni affollato di ragazzi, è in pieno svogimento una gara di Salto in alto
che vede protagonisti alcuni giovani del Porto. L'atletica leggera è entrata a far parte delle attività sportive oratoriane successivamente allo svolgimento delle
Olimpiadi dei Ragazzi, iniziativa di promozione sportiva della durata di 15 giorni, comprendente gran parte gli sports olimpici, sia individuali che di squadra,
promossa ed organizzata da alcuni giovani appena ventenni con gare disputate in luoghi e punti diversi del paese.
Sui due ritti di salto, l'asticella in alluminio di forma triangolare, di quelle che se ci cadi sopra si fanno sentire (oltre a pardere la forma retta),
è posta all'altezza di 150 cm. A saltare, mettendo molta luce tra corpo e asticella, è Giampaolo Andreani che utilizza ancora
come tecnica di salto, lo scavalcamento ventrale, (il fosbury è in voga dal 1968 ma ancora non tutti lo usano).
La zona di caduta non è certo di quelle che rende tranquilla l'azione di salto.
A contenere la caduta ci sono infatti alcuni materassi dismessi ed una certa quantità
di scarti di lavorazione delle ciabatte (quelle del tipo infradito), recuperati da alcune fabbriche operanti nel territorio tra Porto Recanati e Loreto.
I salti coinvolgono quanti, da vicino, assistono alle prove di salto ma anche altri, mentre giocano a carte sul tavolo opposto alla zona di salto, che
distolgono per un attimo l'attenzione dalle carte per seguire il tentativo dei vari saltatori.
Molto coinvolto dai salti è anche Giacomo Borsella che, in empatia con Giampaolo, solleva leggermente la gamba sinistra imitandone l'azione di salto,
come volesse aiutarlo a superare l'asticella.
Giampaolo Andreani farà una breve carriera in atletica leggera. Nel salto in alto rappresenterà la Provincia di Macerata alla Finale Nazionale dei Giochi della Gioventù
allo Stadio dei Marmi di Roma dove si farà valere superando l'asticella alla quota di m. 1,65.