Forzature e... rispetto delle regole.

| di: Alberto GIATTINI | inserito il 22/07/2009 | Stampa


n merito alle discussioni sorte durante e dopo la rappresentazione teatrale: «…la égghia del mortu» va considerato prima di tutto, a mio parere, il contesto in cui queste sono nate.
Fermo restando che vanno fatti i complimenti a chi ha ideato, scritto e rappresentato la commedia e maturato l’iniziativa, alcune considerazioni diventano comunque d’obbligo.
Da decenni l’Oratorio Salesiano è sede di impegno sociale, religioso ed educativo a 360° da cui sono usciti molti elementi della classe dirigente portorecanatese appartenenti a vari schieramenti politici. Pertanto l’amore per l’impegno, anche in campo amministrativo, è facilmente maturato nelle persone anche attraverso un lavoro costante, sistematico e rigoroso rivolto agli altri ed espletato in età giovanile all’interno dell’Oratorio.
Il fronte politico su cui impegnarsi è invece maturato nei giovani in altri ambiti, non certo in quelli oratoriani, ambiti che hanno caratterizzato gli anni della crescita e della maturità di chi ha ritenuto opportuno impegnarsi in politica.
Pertanto tutto il contesto politico-amministrativo emerso prima e dopo la rappresentazione andava a mio parere trasferito completamente in altra sede, lasciando fuori dalle polemiche l’Oratorio, che da sempre ha visto lavorare fianco a fianco personaggi schierati su fronti politici diversi ma spesso impegnati su obiettivi sociali, educativi o culturali comuni.
Non è coinvolgendo l’Oratorio che vanno affrontate tali tematiche, una sede che non è mai stata teatro di scontri politici, ma solo di impegno comune. Per il confronto politico ci sono, oltre alle sedi istituzionali, altri contesti che meglio si prestano e mettono entrambe le parti in condizione di confrontarsi alla pari.

Non sono certo gli argomenti che mancano al Sindaco o a chi amministra per controbattere le critiche, per altro quasi mai adeguatamente circostanziate, ma le risposte non possono certo essere date dalla tribuna del cinema dell’Oratorio, né tanto meno ci si può aspettare che quella diventi la sede di un dibattito politico.
Del resto lo stesso Don Bosco ospitava tutti, purché si attenessero a certe regole.
Bene ha fatto pertanto Don Carlo a prendere la parola e a chiarire alcuni di questi aspetti, visto che chi ha messo a disposizione la sala ha compiti specifici in ambito educativo.

Infine le lettere anonime che sono arrivate all’Oratorio, relative all’intervento di Don Carlo, appartengono alla stupidità umana, che purtroppo non morirà mai oltre a costituire un sistema estremamente scorretto per comunicare.

Alberto Giattini

| Edit: 20/07/2009 | Stampa