Con i piedi nell'acqua e gli occhi all'orizzonte.
di Nicola Sopranzi - classe 5/D



Mi trovo al mare, lontano dalla vita frenetica che qualche volta può annoiare. Non ci sono rumori a parte il lento brontolio delle onde. Guardare l’orizzonte è una delle cose che più mi piace fare quando mi trovo sulla riva. Il sole sta andando a dormire, facendo diventare il cielo rosso come i pomodori che mangio d’estate.

Non c’è più nessuno: sono solo io e l’acqua cristallina che a poco a poco mi bagna i piedi. Con la mano prendo una manciata di granelli di sabbia, li guardo, poi penso che magari potrei trovare delle pepite d’oro e diventare ricco.

Un gabbiano alle mie spalle mi fa ricordare la Grecia e una specie di mix tra malinconia e tristezza mi percorre il corpo. Ricordo il mare limpido e piatto come una tavola, i pesci colorati, i castelli di sabbia, i giochi sulla spiaggia, le buone cenette in campeggio, ma soprattutto la mia famiglia che ride e scherza. Chissà cosa stanno facendo loro in questo momento: forse stanno mangiando, oppure come me stanno pensando a ricordi lontani.

Mi accorgo che mi sono incantato a osservare i granelli di sabbia, quindi giro la testa e mi rendo conto che non mi sono mosso da quando sono arrivato.
Oggi ho capito che si può viaggiare anche col pensiero e non solo fisicamente.

Il sole è sparito completamente; è buio, e torno a casa insieme ai miei ricordi.




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Nicola Sopranzi.
a cura di: www.portorecanatesi.it