La giuria e gli organizzatori del Premio “Murè” concordano nell’assegnare il Premio “Emilio Gardini” al seguente componimento per il contenuto del testo completamente aderente alla traccia proposta. L’esposizione si presenta chiara e coerente. Le riflessioni personali sono apprezzabili ed evidenziano maturità di pensiero logico. La forma linguistica è corretta sia nell’uso dell’ortografia che della sintassi.
Erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce ma il vecchio pescatore non mollava.
Ottantaquattro mattine, pomeriggi e notti senza un pesce, neanche un misero pesce.
Al fianco del vecchio pescatore c’era il nipote Mimì che, orfano dei genitori, da quando era piccolo non sognava altro che diventare un bravo pescatore
come il nonno. I giorni passavano e sfamare la famiglia diventava sempre più difficile, Mimì iniziava a chiedersi se non fosse arrivato il momento per
il nonno, ormai anziano, di assumere un aiutante.
Purtroppo, trovandosi in piena stagione, i murè erano già tutti a servizio su altri pescherecci, e i pochi rimasti rifiutavano di lavorare
su una barca che sembrava quasi colpita da una maledizione.
Una sera, giunti al porto, Mimì e il nonno notarono seduto in terra appoggiato al guscio di una vecchia barca in legno, un giovane di colore con
il viso tra le mani. I due capirono che quel giovane era in difficoltà e, nonostante la pena che già avevano nel cuore per le loro sventure e la loro
impossibilità di offrirgli qualcosa, decisero di fermarsi a chiedere cosa fosse successo.
Il giovane, all’inizio spaventato, raccontò loro che era arrivato in Italia insieme a centinaia di persone su un vecchio barcone per scappare dalla guerra ed ora non sapeva come fare per sopravvivere. Tutto il giorno aveva chiesto lavoro ai pescatori presenti al porto ma nessuno voleva avere a che fare con lui pensando che non fosse capace di essere d’aiuto su una barca, lui che “veniva probabilmente dal deserto!”.
Eppure, il giovane aveva provato a spiegare nel suo italiano stentato che la sua era una terra di pescatori e lui stesso lo era stato prima di
dover prendere la più difficile delle decisioni, abbandonare il suo mondo in cerca di fortuna.
Mimì rimase colpito da tanta sofferenza e solitudine e pensò che lo stesso destino sarebbe toccato a lui se non avesse avuto i suoi nonni;
spinto da quel terribile pensiero, guardò il nonno e senza temere la sua reazione, rivolgendosi al ragazzo gli propose di andare a lavorare con loro
e di dormire nella barca fin quando non avesse trovato una sistemazione migliore.
Il giorno seguente, i tre uscirono in mare aperto, sotto lo sguardo incredulo degli altri pescatori, ma ancora una volta non c’era traccia di pesci: Youssouf, questo era il suo nome, capì che era inutile insistere in quel punto e allora indicò al vecchio pescatore una nuova rotta. Non avendo più nulla da perdere, il capitano della barca decise di ascoltare il suo nuovo murè e una volta giunto nel punto indicato, fermò i motori e fece gettare le reti.
Dopo qualche ora, Mimì, senza alcuna illusione, iniziò a ritirarle accorgendosi subito che c’era qualcosa di diverso: chiamò il nonno e insieme
rimasero a bocca aperta quando realizzarono che decine e decine di pesci guizzavano nelle reti.
Youssouf da lontano sorrideva loro e si sentì di aver ripagato seppure in minima parte la generosità che aveva ricevuto.
Rientrati a casa ci fu una grande festa quasi a voler suggellare la fine di un periodo triste e difficile. Al tavolo imbandito, a fianco
di Mimì sedeva il suo nuovo compagno di lavoro e amico, felice come non lo era da tanto tempo.
I giorni a seguire furono una continua scoperta di zone pescose e dopo qualche tempo, il vecchio pescatore decise che era arrivato il momento
di passare il testimone al nipote e al suo murè, certo che avrebbero continuato degnamente la tradizione di famiglia.
Tutte le sere li attendeva al porto, con occhi orgogliosi e pensava che se tanto tempo prima si fosse voltato dall’altra parte, come avevano fatto
gli altri, lasciando Youssouf solo alla sua miseria, probabilmente Mimì avrebbe dovuto trovare un altro lavoro.
In quei momenti sperava che la sua esperienza potesse essere di esempio per gli altri, per far capire loro che la diversità non deve spaventarci
ma anzi è un’occasione per arricchirci a vicenda.
Avere dei pregiudizi è un limite che ognuno di noi deve imparare a superare.