La mia prima Maratona
di Mirco Cappella

chiama base…Obiettivo Raggiunto! Ce l’ho fatta…ancora non ci credo, ma sono riuscito a portare a termine la mia prima Maratona nel tempo che ci eravamo prefissati…
Ho passato tre mesi di preparazione splendidi, in cui si alternavano momenti di forte carica ad altri di delusione, di scoraggiamento. Ma alla fine il 28 ottobre è arrivato, e la resa dei conti è avvenuta.
Già il sabato si assaporava aria di sfida, ognuno a suo modo tentava di stemperare la tensione che lo attanagliava…io intanto non ero cosciente del fatto che avrei dovuto sfidare una brutta bestia…
Il pomeriggio è scivolato via molto velocemente tra la preparazione dei ristori personalizzati ed un breve giro al centro maratona, ed in un battibaleno dopo una corsettina di pochi minuti ci siamo trovati tutti a tavola ad ascoltare i consigli di coloro che di esperienza ne hanno da vendere ed a studiare le strategie e la gara di ogni singolo. E intanto mancavano poche ore allo sparo, e l’adrenalina veniva prodotta in quantità industriale… Finita la lunga cena, una passeggiatina di pochi minuti anticipava il riposo, e qualcuno non parlava più…
Ore 6:00…in camera sembra già mezzogiorno…in breve tempo consumiamo la colazione e ci troviamo sul piazzale dell’albergo. Due minuti e siamo già alla partenza, anche se con un’ora di anticipo.
Ultime raccomandazioni, consegna delle borse e poi via, ad avviare il motore...
Senza neppure sapere il perché, grazie al pettorale 53, mi trovo subito sulla linea di partenza accanto ai favoriti della gara. Seppur inadeguato alla posizione in cui mi trovavo mi sono goduto quel momento dall’inizio alla fine, anche perché non capita tutti i giorni! Alle 9:20 lo starter punta al cielo la pistola e si parte. Al secondo chilometro vengo raggiunto dai compagni di squadra con cui avrei dovuto affrontare tutta la gara, ed i primi chilometri ce li mangiamo letteralmente. Presi dall’euforia ed accompagnati dal calore del pubblico ci attestiamo attorno ad una andatura molto più veloce di quella che avremmo dovuto tenere, errore che sconteremo alla fine della gara.
Al 10° km siamo già in netto anticipo sulla tabella di marcia

Nel frattempo le gambe iniziano a farsi sentire prima del tempo forse per la troppa tensione nervosa accumulata; la gara però prosegue velocemente alternando tratti tra ali di folla e gruppi musicali a tratti privi di gente ma colmi dello spettacolo che offre il paesaggio della riviera del Brenta.
Il gruppo si screma un po’ e procediamo a gonfie vele verso il passaggio alla mezza maratona: 1h28’29…Qualcuno si era raccomandato di passare almeno un minuto più lenti per avere più margine dopo…ma le emozioni a volte sono incontrollabili…
I 4 – 5 chilometri successivi risultano essere un po’ anonimi in quanto il percorso si addentra tra le fabbriche e le trafficatissime strade di porto Marghera, ma appena superato un simpatico ed insolito sottopasso ferroviario siamo già catapultati al centro di Mestre, dove sullo sfondo limpido tipico di una giornata di fine settembre campeggia il campanile di P.zza San Marco, ad un passo dal traguardo.
Ci addentriamo nel Parco San Giuliano dove ad aspettarci troviamo una miriade di bambini euforici che gridano e tendono la mano per ricevere un “5”...impossibile tirarsi indietro…pertanto almeno dieci minuti di gara volano così, tra un batti cinque ed un occhio sempre attento al cronometro che non perdona…

Si avvicina un’altra insidia: il ponte della libertà. Nel frattempo siamo raggiunti dal pacer delle 3h che ci carica un po’. Un piccolo cavalcavia è il preludio al ponte che tutti definiscono come l’ostacolo più duro di quella maratona, ma nel frattempo rimango da solo in quanto i miei compagni di avventura accusano le prime fatiche.
Fortunatamente riesco a superare brillantemente quel filare infinito di pali blu, ma non appena imbocchiamo l’area portuale di Venezia le gambe iniziano ad arrendersi; è quella la parte più bella seppur la più dura della Maratona perché sei ad un passo dall’obiettivo, ripensi a tutta la preparazione che hai sostenuto ed inevitabilmente vinci il duello con il dolore e la fatica che cercano di prendere il sopravvento.
Al passaggio al 40° km capisco che posso riuscire a tagliare il traguardo di poco sotto le tre ore e mi avvio ad affrontare il primo dei 14 ponti. Uno dopo l’altro ed incitato sempre dal caloroso pubblico mi avvicino al traguardo, dove anche Graziano mi fa capire che ce l’avrei fatta. Al terzultimo ponte intravedo il traguardo ed istintivamente accelero.
Gli ultimi 50 metri li ho conclusi con le braccia al cielo ed urlando di gioia.
Ho abbracciato Paolo, ho ritirato la medaglia ed il telo e sono scoppiato a piangere. Si, ho pianto. Ininterrottamente per almeno 5 minuti.
Come un bambino. E’ vero che è stata dura, durissima. Ma è anche stata un’avventura bella, bellissima.

Una volta arrivati tutti è stato un tripudio di gioia, mentre già la testa pensava a quale potrà essere la prossima Maratona…
RINGRAZIO TUTTI VOI PERCHE’ MI SIETE STATI VICINO E MI AVETE FATTO GODERE QUESTA SPLENDIDA AVVENTURA…