Mondo rurale e tradizioni contadine.
L'economia portorecanatese a cavallo tra 800 e 900 trovava sostentamento anche nell'agricoltura.
Particolarmente attive erano le contrade di S. Maria in Potenza e Scossicci per la presenza di un territorio pianeggiante prettamente agricolo mentre invece Montarice presenta una campagna quasi tutta collinare .
Le terre solitamente appartenevano a famiglie di proprietari terrieri e venivano amministrate e gestite con il principio della metà.
Il patto di mezzadria è un contratto agrario per il quale un proprietario terriero (conducente) e un coltivatore, in proprio e quale capo di una famiglia colonica (mezzadro) si associano per la coltivazione di un podere al fine di dividerne a metà prodotti, utili, e spese di esercizio.
Il mezzadro, assieme alla sua famiglia, aveva l'obbligo di risiedere stabilmente nella casa costruita sul fondo, di custodire e conservare i beni affidatigli dal proprietario, di prestare nel podere la sua opera di colono con la direzione del proprietario e, quasi sempre, con la mediazione del fattore quale uomo di fiducia dell proprietà
Le principali figure del mondo contadino.
Il fattore era colui che teneva il rapporto tra il paprietario delle terre (padrone) e la famiglia colonica e il suo compito era quello di controllare i vari raccolti e allevamenti per poi dividerli secondo la regola della mezzadria 50% al colono e 50% al proprietario terriero, di tutto ciò che il colono produceva.
Il colono gestiva solitamente dai 10 ai 20 ettari di terra.
Quella del colono, solitamente, era una famiglia molto numerosa che spesso comprendeva più nuclei familiari che potevano contare anche a 20 persone tutte in una casa.
A gestire la colonia pensava direttamente il VERGARO che solitamente era l'uomo più anziano della casa e quindi di maggiore esperienza.
Il suo compito era quello di impartire i lavori dei campi e della stalla.
Teneva il libro colonico dove segnava tutte le uscite e le entrate, spese o ricavi che a fine anno regolava con il padrone.
IL Vergaro ogni settimana andava a rapporto direttamente dal padrone per fare il resoconto, o a portare i doveri: due polli il giorno della festa della vittoria, oppure in tempo di mietitura prendeva da ogni cavalletto una spiga di grano e formato poi un mazzetto di grano lo si portava al padrone con due polli e dal mazzetto poteva vedere quanti cavalletti aveva. Una volta al mese il colono doveva portare la verdura ecc.).
La Vergara era la donna di casa, la massaia, nevralgico delle attività domestiche e agricole tra i suoi compiti c'era anche la cura del cortile (allevava polli conigli ecc.)
Il frate cercatore sempre accompagnato dal suo asinello con il quale si spostava per la campagna in cerca di grano e viveri per il convento. Tutti dovevano dare sempre qualcosa anche come auspicio di protezione Divina.
El Mulinà (il mugnaio) che si muoveva nelle campagne a comperare il grano per la farina.
La mucca veniva impiegata dai coloni lavori agricoli, dimostrandosi una fondamentale alleata per il mezzadro che poteva impiegarla nel faticoso compito dell’aratura del terra. Veniva anche utilizzata come mezzo di trasporto dei prodotti agricoli e di spostamento.
Per i coloni era motivo di vanto avere la stalla più bella.
Il carro è una sterza o barozza che serviva per il trasporto sterza perché l'asse anteriore era sterzante a differenza del Biroccio che aveva solo un asse.
Particolarmente attive erano le contrade di S. Maria in Potenza e Scossicci per la presenza di un territorio pianeggiante prettamente agricolo mentre invece Montarice presenta una campagna quasi tutta collinare .
Le terre solitamente appartenevano a famiglie di proprietari terrieri e venivano amministrate e gestite con il principio della metà.
Il patto di mezzadria è un contratto agrario per il quale un proprietario terriero (conducente) e un coltivatore, in proprio e quale capo di una famiglia colonica (mezzadro) si associano per la coltivazione di un podere al fine di dividerne a metà prodotti, utili, e spese di esercizio.
Il mezzadro, assieme alla sua famiglia, aveva l'obbligo di risiedere stabilmente nella casa costruita sul fondo, di custodire e conservare i beni affidatigli dal proprietario, di prestare nel podere la sua opera di colono con la direzione del proprietario e, quasi sempre, con la mediazione del fattore quale uomo di fiducia dell proprietà
Le principali figure del mondo contadino.
Il fattore era colui che teneva il rapporto tra il paprietario delle terre (padrone) e la famiglia colonica e il suo compito era quello di controllare i vari raccolti e allevamenti per poi dividerli secondo la regola della mezzadria 50% al colono e 50% al proprietario terriero, di tutto ciò che il colono produceva.
Il colono gestiva solitamente dai 10 ai 20 ettari di terra.
Quella del colono, solitamente, era una famiglia molto numerosa che spesso comprendeva più nuclei familiari che potevano contare anche a 20 persone tutte in una casa.
A gestire la colonia pensava direttamente il VERGARO che solitamente era l'uomo più anziano della casa e quindi di maggiore esperienza.
Il suo compito era quello di impartire i lavori dei campi e della stalla.
Teneva il libro colonico dove segnava tutte le uscite e le entrate, spese o ricavi che a fine anno regolava con il padrone.
IL Vergaro ogni settimana andava a rapporto direttamente dal padrone per fare il resoconto, o a portare i doveri: due polli il giorno della festa della vittoria, oppure in tempo di mietitura prendeva da ogni cavalletto una spiga di grano e formato poi un mazzetto di grano lo si portava al padrone con due polli e dal mazzetto poteva vedere quanti cavalletti aveva. Una volta al mese il colono doveva portare la verdura ecc.).
La Vergara era la donna di casa, la massaia, nevralgico delle attività domestiche e agricole tra i suoi compiti c'era anche la cura del cortile (allevava polli conigli ecc.)
Il frate cercatore sempre accompagnato dal suo asinello con il quale si spostava per la campagna in cerca di grano e viveri per il convento. Tutti dovevano dare sempre qualcosa anche come auspicio di protezione Divina.
El Mulinà (il mugnaio) che si muoveva nelle campagne a comperare il grano per la farina.
La mucca veniva impiegata dai coloni lavori agricoli, dimostrandosi una fondamentale alleata per il mezzadro che poteva impiegarla nel faticoso compito dell’aratura del terra. Veniva anche utilizzata come mezzo di trasporto dei prodotti agricoli e di spostamento.
Per i coloni era motivo di vanto avere la stalla più bella.
Il carro è una sterza o barozza che serviva per il trasporto sterza perché l'asse anteriore era sterzante a differenza del Biroccio che aveva solo un asse.