Teatro vivente.
(10/11/1980)
Tratta da: "Canto la mia generazione".
Edizioni Cappelletti 1981
Edizioni Cappelletti 1981
E sento l'assurdo ripetersi
delle mie parole.
Le tematiche sono sempre le stesse:
esperienze con donne,
ideali politici
e isole mai trovate.
Eppure ora son qui
coi problemi del vivere quotidiano,
con la voglia di fumarmi una sigaretta
o magari assaporare un babà al rhum.
Intanto ingrasso e soffro di sonnolenza
e le mie gambe non mi reggono più.
Che strana vita è mai questa
dove ci si deve adattare a vivere
col soffio al cuore,
col limitarsi nel bere per via del fegato,
col presagio che prima o poi possa colpirti
il male oscuro del secolo.
Tutto questo mi mette paura
ma mi accorgo del falso
nel nostro viaggiare per terre sconosciute
che non troveremo mai
e dell'ingiustizia perenne
di chi mi maltratta
o si maltratta perennemente
Che l'umanità lotti contro questo
affinchè la gente non ricopra
con riti religiosi e falsi pudori
i propri limiti fisici.
Smantelliamo questi assurdi castelli
ed apprezziamoci per quello che siamo.
Intraprendiamo un viaggio verso noi stessi
e faremo del mondo
un grande palcoscenico
espressione del teatro vivente.
Vivremo così giorno per giorno
e ce ne andremo contenti d'aver vissuto.