Il vecchio gabbiano.
Senza dolore mi perdo nel vento
mi lascio cullare
nel cielo sereno
viaggio di ali spiegate al tormento
di giorni passati
al sapor di veleno.
fame, sterminio e numeri impressi
tra carnagioni
indegne di vita
ghetti, baracche, forni e processi
mera vergogna
crudeltà infinita
ora che il vento mi porta lontano
e colmo distanze
con bianchi cumuli
cambio la pelle da nero gitano
l'affido alle ceneri
di schiusi tumuli
cade il perdono di gocce leggere
che bagna e non lava
memorie infette
la macchina eterna di anime nere
passate alla storia
per me maledette!
Canto nel vento un inno gitano
per tutti gli uomini
liberi e sani
vi arrivi su ali di un vecchio gabbiano
dal becco semita
ed occhi cristiani.