Anno 1931. Quando le lavatrici non erano ancora state inventate e non tutte le abitazioni erano dotate di acqua corrente,
le donne portorecanatesi usavano fare il bucato in spazi organizzati a tale scopo.
In vari punti del paese, che allora non arrivava ancora a 5000 abitanti erano stati predisposti dei lavatoi pubblici, vere e proprie vasche disposte in modo contiguo, dove poter lavare la
biancheria che poi veniva stesa ad asciugare in spazi pubblici.
Per fare questo venivano utilizzati lunghi bastoni in legno tenuti insieme da corde.
Luogo solitamente preferito per stendere i panni era la "marina" per la sua posizione e la costante presenza di vento.
I lavatoi diventavano così anche luoghi di incontro e di scambio di punti di vista dove, il racconto delle vicissitudini quotidiane, veniva spesso (e volentieri) intervallato con il "pettegolezzo" che,
in questi luoghi, trovava sempre terreno fertile. Qualche volta nei lavatoi si potevano ascoltare canti e cori femminili.
Il bucato, poi, costituiva un vero e proprio motivo di sfida, perchè le protagoniste del lavaggio trovavano sempre il modo di vantarsi
della loro bravura. Caratteristica dei lavatoi pubblici era il fresco profumo di sapone.