Primi anni 60 del Novecento. Giorno d'estate, caldo e afoso. La spiaggia è popolata di "bagnanti" che hanno scelto Porto Recanati come metà delle proprie vacanze al mare. E' il
tempo in cui si va in vacanza per periodi lunghi, e le case si concedono in affitto per 15 giorni, 1 mese e, per chi se lo può permettere, anche di più. La spiaggia si presenta con
tutti i suoi colori. Ombrelloni variopinti separano i capanni, quelli classici a strisce verticali bianche e celesti, dalla battigia a ridosso della quale sono pronti
per prendere il mare un certo numero di "mosconi"; anche questi di prevalente colore bianco e con i remi già pronti sugli scalmi.
Il turismo di massa non è ancora incominciato e sono rari gli stabilimenti balneari che dispongono di servizio bar.
La spiaggia, di tanto in tanto, è attraversata da venditori ambulanti che, muniti di particolari contenitori, la percorrono in lungo e in largo nelle ore più calde della
giornata.
Protetti da un cappello e spesso a piedi nudi, affrontano la sabbia passando vicino agli ombrelloni proponendo a voce alta, il prodotto che trasportano. "Pizza, bomboloni, paste fresche".
Passano più volte durante la giornata. E ogni volta tornano a rifornirsi di pizza, bomboloni e paste fresche.
Fino a quando l'ultimo bagnante o l'ultimo bambino chiederà di ristorarsi. A loro seguiranno più tardi i venditori di "bibite fresche" o di noci di cocco.