Anno 1958 ?. Sistemati sotto il grande tendone allestito sull'aia da parenti ed amici degli sposi il giorno prima delle nozze, gli invitati
partecipano al pranzo di matrimonio di due giovani sposi di campagna. Il tendone è abbastanza capiente da contenere tutti gli invitati. Al suo interno
lunghi tavoli in legno disposti parallelamente affiancati da panche pure queste di legno. Nel rispetto delle tradizioni, il menù è ricco di
abbondanti pietanze a servire le quali pensano camerieri, più o meno giovani, quasi tutti appartenenti alla contrada, di solito amici o conoscenti degli sposi.
Si comincia con l’antipasto costituito da ciauscolo, prosciutto, lonza, salsicce. Seguono le minestre in brodo: gli "straccetti" (stracciatella) in
brodo, in alcuni casi anche i cappelletti. Poi i secondi con l’apprezzatissima galantina, (gallina disossata e farcita), la gallina bollita con
contorno di verdure cotte (cicoria, bietola, e altre, a seconda della stagione). Quindi si torna ai primi "asciutti", con gli immancabili
vincisgrassi, (a volte cotti nel forno a legna), e le tagliatelle rigorosamente fatte in casa e condite col sugo preparato con rigaglie di pollo.
Quindi frittura mista e contorni di verdure fritte
zucchine, fiori di zucche, carciofi, a seconda della stagione.
Poi il sempre atteso arrosto misto (pollo, agnello, faraona) accompagnato da fresca insalata. Il tutto bagnato con vino, bianco e rosso,
prodotto localmente nel tempo della vendemmia. Infine il dolce: zuppa inglese con pan di spagna fatto in casa e crema pasticcera, bianca, o gialla,
o al cioccolato; seguito dal caffè, preparato in grandi cuccume e servito direttamente ai tavoli.
Canti di stornelli accompagnati dalla fisarmonica fanno da colonna sonora alla festa insieme all'immancabile lancio di confetti in onore degli sposi.