Anno 1947 I componenti della squadra di calcio che porta il nome di
Adriatica sono pronti a scendere in campo sul piccolo terreno di gioco dell'oratorio. Probabilmente si tratta di un torneo che vede confrontarsi tra loro squadre composte da
giovani di oratori della zona. La passione per il calcio è molto sentita tra i ragazzi del Porto ed occupa gran parte del tempo libero soprattutto in questo periodo che si è gettato
alle spalle le ristrettezze e le brutture della guerra.
A "pallò" si gioca ovunque sia minimamente possibile: appezzamenti di terreno incolti, dentro i vicoli e le strade del paese, sulla spiaggia dove le dimensioni della porte
vengono definite con piccoli oggetti come scarpe, sandali o grossi sassi presenti sulla sabbia, oppure "dai frati come viene ancora definito lo spazio "oratorio".
L'importante è poter giocare.
Della squadra che sta per scendere in campo, fanno parte tutti ragazzi del Porto che condividono la passione per il calcio. Per l'incontro indossano i primi pantaloni corti
che hanno trovato e non tutti ai piedi portano scarpe per "giugà a pallò, Soltanto la maglietta è uguale per tutti: è di colore bianco e sul lato sinistro porta stampata la lettera
"A" che ne identifica il nome "Adriatica".
Della squadra fa parte anche un giovanissimo
Luciano Panetti. Indossa la maglia numero 1 e le sue mani, che avvolgono il pesante pallone di cuoio duro, raccontano in anticipo la
strardinaria vicenda di grande campione del calcio italiano.