Anno 1985 (?) Spiaggia antistante il centro storico. Quattro ragazzi del Porto, amici tra loro, approfittano del giorno festivo per gustarsi, "giò la marina" il piacere della luminosa giornata di metà inverno. La spiaggia, in questo periodo dell'anno, si mostra nel suo aspetto più naturale, senza capanni, con le lancette "'rtirate ad alto", le "cunculare" ferme a "mezza ria" e gli strumenti del lavoro sul mare, depositati più o meno ordinatamente, lungo tutto il tratto di spiaggia non sempre sabbiosa. La marina e la spiaggia hanno sempre esercitato una grande attrazione sulla gente del Porto. Le "lancette", le vele, l'argano, le reti, le "nazze", le palanche, hanno assunto il valore di simboli capaci di catturare attenzione e fascino per la loro genuinità e per lo stretto legame con il "lavoro sul mare".
La gente di mare, nel tempo libero, ama radunarsi "giò la marina a branghu sottu 'entu", per parlare della vita di mare e per confrontarsi sulle cose del vivere quotidiano. Per i ragazzi del Porto, la spiaggia ha sempre rappresentato uno spazio di libertà e un luogo capace di valorizzare il rapporto di prossimità. Su quel fondo, morbido e tollerante, in molti hanno trascorso lunghe ore, esercitandosi nel gioco, apprendendo abilità motorie e imparando a socializzare.