Primavera primi anni 80 del Novecento.
Un tempo la spiaggia era luogo di ritrovo, di incontro, di amichevoli e qualche volta accese discussioni. Si parlava di tutto: di pesca, del tempo,
di politica, di fatti del paese, della gente del luogo e di coloro che, venendo da fuori, venivano amichevolmente
considerati "forestieri".
In particolare la domenica o i giorni festivi si occupava il tempo che separava la sveglia dall'ora di pranzo, con lunghe passeggiate sul lungomare
oppure incontrando vecchi amici sulla spiaggia, a due passi dalla battigia, immersi nel profumo di salsedine tra
lancette e palanche con il Monte Conero a fare da magnifico sfondo.
Per molti aspetti questa abitudine era diventata un rito dentro il quale, attraverso la spiaggia, il lungomare, la marina, si perpetuava il senso di appartenenza.