Lungomare, primi anni 50 del Novecento. Tarda mattinata di una calda e luminosa giornata estiva. Una lunga fila di "casotti" (capanni) tinteggiati con le caratteristiche linee verticali bianche e celesti, fa da cornice al lungomare separando le abitazioni dalla battigia. Il tratto di spiaggia, dalla passeggiata a mare fino alla battigia caratterizzato prevalentemente da sabbia fine, è molto ampio e sulla parte alta, quasi a ridosso delle abitazioni, alcuni ragazzi condividono uno dei classici giochi del tempo. Servendosi della disponibilità di un loro compagno trascinato sulla sabbia in posizione seduta, hanno tracciato una pista circolare, dai confini irregolari dove sfidarsi con delle palline di plastica, diversamente colorate (a volte anche con dei sugheri appositamente arrotondati e colorati), simulando così una sorta di gara ciclistica nella quale ognuno rappresenta il ciclista preferito.
Mentre il sole è ancora a picco, una famiglia di bagnanti fa ritorno alla propria aditazione portando con se anche la sedia sdraio. Il turismo è ancora lontano dall'essere un fenomeno di massa e quindi ci si organizza nel modo migliore per godersi il piacere di una giornata al mare. Il profilo delle abitazioni sul lungomare si presenta regolare nelle forme e gradevole alla vista con le case più alte costruite su tre piani. Una sequenza di alti lampioni realizzati in cemento fa da confine alla passeggiata per tutta la sua linghezza. Numerosi argani in legno, posizionati nella parte alta della spiaggia, segnalano la presenza di barche adibite, prevalentemente, all'attività della piccola pesca. Sullo sfondo, a nord del paese, la sagoma del Monte Conero fa bella mostra di se e la giornata limpida con il cielo terso, la renda ancor più maestosa.