Domenica 10 agosto 1947. Otto ragazzi del Porto, che abitualmente si frequentano, si sono dati appuntamento "giò la marina" per
condividere insieme il pomeriggio del giorno festivo dedicato dal calendario a San Lorenzo martire. Dopo i consueti quattro passi sul lungomare
che lentamente ritorna a prendere vita dopo il periodo bellico, il gruppo di amici decide di fare una sosta in Via Pietro Micca, che confina
con Viale Lepanto e ne interrompe la linea retta.
Seduti sugli ampi scalini della porta di ingresso dell'abitazione a tutti nota come la casa della fermana, lasciano al fotografo di turno il
compito di fermare il ricordo dell'incontro. La casa è abitata da Monaldi Pasqualina, moglie di Pandolfi Marino, entrambi provenienti dal
fermàno (Porto di Fermo, oggi Porto San giorgio) ed immigrati a Porto Recanati nel tempo in cui «il popolo del mare non aveva grande stabilità
residenziale, ed era tendenzialmente votato a spostarsi in coincidenza delle mutate occasioni di lavoro».
L'abitudine della gente del Porto ad identificare persone o cose con un soprannome o un aggettivo, ha reso facile definire quell'edificio,
come "la casa della fermàna" e ancora oggi, nonostante i passaggi di proprietà, si usa identificarla così.
Nonostante la giornata calda, qualcuno dei ragazzi, restando fedele alla tradizione, indossa l'abbigliamento del giorno festivo, mentre invece quasi tutti
ai piedi portano ciabatte o, meglio ancora, i classici zoccoli con fondo in legno che una striscia di cuoio tiene legati al piede.
Seduto su una sedia di legno, con le braccia appoggiate sul bastone che lo assiste durante il cammino e il cappello nero in testa, Nazzareno Bufarini
da tutti conosciuto come Neno de Marcò partecipa curioso al racconto fotografico.
Informazioni sui nominativi e notizie: Camillo Casali, Biagio Grilli, Antonio Monaldi.
sul retro dell'originale è riportata la scritta: "Porto Recanati, 10-8-47 - Ricordo di tutti gli amici"