Un lungo e diritto viale alberato con fondo stradale un pò a schiena d'asino sormontato da uno strato leggero di asfalto capace comunque di soddisfare le esigenze del
traffico, non certo intenso, del periodo.
Così appariva Corso Matteotti nei primi anni 60 del Novecento quando anche al Porto si incominciano ad avvertire i primi segnali del boom economico.
Un lungo filare di aiuole poste in modo alterno a est e ovest a far da confine alla carreggiata per quasi tutta la sua lunghezza,
al centro delle quali sono installati moderni lampioni con luce al neon per l'illuminazione notturna. Rarissimi i parcheggi per auto.
Protagoniste del
traffico sono, in prevalenza, vetture di piccola cilindrata: Fiat 500, Fiat 600 compresa la famigliare, Vespa Piaggio e Lambretta. Tante sono le biciclette in circolazione che, durante la sosta,
utilizzano i cordoli delle aiuole o del marciapiede.
Il Corso è popolato di negozi, piccole attività artigianali e uffici pubblici. La foto rende visibili il chiosco di giornali Porreca, il negozio di vendita e riparazioni Radio-Tv
Radio Allocchio Bacchini gestito da Mario Piercamilli, quello di oggettistica varia e delle schedine di Totocalcio della famiglia Magarelli, l'oreficeria di Mondo Ripari oltre
all'insegna dell'attività di fotografo di Umberto Marchetti, meglio noto come Generalfoto, autore dello scatto fotografico.
Sono visibili anche le insegne dell'Ufficio Poste e Telegrafi quella della Trattoria di Gianni Bonvini (che più avanti nel tempo sarà meglio conosciuto come Gianni lo Scolaro)
e l'estrema parte sud dell'edificio che ospita La Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata.