Con i piedi nell’acqua e gli occhi all’orizzonte Luigi, il figlio del capitano Andrea Celestini, decise che quella Domenica 28 Luglio, alle ore 13:30, sarebbe partito con suo padre per la Grecia.
Era emozionatissimo: per la prima volta nella sua vita sarebbe uscito dal suo Paese natale, l'Italia, per scoprire posti nuovi
Luigi conosceva bene la bellezza del Mar Egeo e del Mar Ionio, infatti ogni anno il padre partiva per Icaria un’isoletta come tante altre in Grecia. .
Di ritorno dal suo viaggio, portava sempre con sé foto straordinarie e, anche se in bianco e nero, si capiva comunque quanto fosse bello quel luogo.
Era ormai giunto il giorno che avrebbe cambiato la vita a Luigi.
Non riusciva a credere ai suoi occhi.
Tutta Porto San Giovanni, il paesino in cui abitava, era li di fronte a lui e a suo padre.
E finalmente dopo sette mesi di attesa da parte di Luigi, la nave partì.
Tutto il primo giorno di viaggio, o quasi, il ragazzo ammirava lo splendore del mare Adriatico.
Cene e pranzi? Squisiti!
Stoccafisso e insalate di mare a pranzo, tonno e pesce fritto a cena.
A circa metà viaggio ci fa un tremendo temporale.
I marinai dovettero persino tenere tavoli e sedie per non far sì che si rompessero.
Luigi, però, sentiva di non avere più qualcosa con sé. II suo ciondolo! Glielo aveva regalato il nonno prima di partire per la Turchia da cui non tornò più .
Doveva riavere il suo amato ciondolo!
Di nascosto andò sul ponte della nave e lo vide.
Cercò di afferrarlo, ma un’onda colpì la nave .
Luigi si spaventò terribilmente e cadde in acqua.
- “Aiutooo ! Aiuto ! ! !” urlava.
Dopo qualche minuto la nave era già lontana, e Luigi rimpiangeva di non aver ascoltato il babbo, che gli aveva detto di rimanere nella sua cabina.
Ormai Luigi aveva accettato il suo destino, quando sentì una scossa.
Immediatamente perse conoscenza. Senza sapere dove si trovava, e che ore fossero, si ritrovò su un tappeto nel bel mezzo di una spiaggia.
- “Finalmente ti sei svegliato!”
disse una strana voce tuonante. Luigi si guardò attorno: all’inizio non vedeva nulla. In seguito scorse un uomo muscoloso, con una barba lunga,
una corona e un tridente.
- “Io sono Nettuno” - disse l’uomo - “Il re del mare”.
- “Ti ringrazio per avermi salvato, Nettuno” esclamò Luigi, “No, no, no,... io devo ringraziare te, tu hai ritrovato il ciondolo che non trovavo più da millenni!” disse il re “Questo ciondolo magico conteneva tutti i miei poteri!” affermò l'omone, “Adesso che li ho assorbiti il ciondolo è completamente inutile”.
- “Che cosa vuoi come ricompensa figliolo?” chiese il dio del mare.
- “Mi basterà riavere il mio ciondolo”.
- “Ah...e un passaggio per tornare a casa” aggiunse il giovane.
- “Tutto qui? Non desideri poteri divini o tonnellate di oro?”
- “No”.
A Porto San Giovanni erano tutti quanti tristissimi per la sua scomparsa.
Intanto, Nettuno e Luigi arrivarono nel paesino.
Quando la gente li vide si spaventò dell’omone, ma accolse con gioia il ragazzino.
Si festeggiò mangiando tutti i tipi di pesci che il padre di Luigi aveva pescato.
Infine il ragazzo riabbraccio’ i suoi parenti e subito dopo mise il ciondolo al suo posto ricordando il nonno.
Da quel giorno il quindicenne, anche se cosi giovane, fu proclamato marinaio e viaggiò sereno e fiero per tutta la sua vita.