Marietto e la pesca miracolosa.
di Tommaso Vitali - classe 5/C - (Sez. A)


RACCONTO PREMIATO con la seguente motivazione:
La traccia proposta è stata sviluppata con originalità. L’elaborato evidenzia una buona conoscenza dell’ambiente marinaro portorecanatese. Il racconto si svolge attraverso scenette di vita reale e i personaggi si esprimono in dialetto. Pertanto l’ambientazione è focalizzata con il racconto che è organizzato in modo logico e coerente.

Erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce, ma Mariettu (diminutivo del nome Mario) non mollava! A bordo del suo scàfu (nome dialettale che indicava un motopeschereccio d’altura) partiva tutte le mattine cù i stiàli alti (con gli stivali da pesca), legati alla corda che faceva da cintura, e la camìgia a scacchi de fustàgnu (di fustagno). Sulla riva, il vecchio cane Ulisse lo guardava allontanarsi. Anche lui non mollava e aspettava sempre festoso il ritorno del padrone, certo che prima o poi avrebbe portato a casa un bottino di pesci.

Una mattina gelida de gennaro (di gennaio) quelli in cui el vèntu fòra (vento freddo che viene da est e che rende il mare agitato) ti penetra le ossa, Mariettu, bardato di tutto punto, salpò e prese il largo. Ulisse abbaiava a più non posso, forse già sentiva che qualcosa non andava. Infatti, allontanatosi di qualche miglio, Mariettu dovette fare i conti con dei cavalloni enormi. Ma lui non demordeva perché sapeva che andar per mare nei mesi grèi (termine dialettale per indicare il periodo più difficile e duro per la pesca) era per soli esperti.
Di lì a poco iniziò a ricordare tutto quello che el nòneso 'Ntunì (forma dialettale per indicare il nonno Antonio) gli aveva insegnato da piccolo: prima di tutto mantenere la calma e poi sentire sempre da dove veniva il vento.

Così, capita la direzione che doveva prendere, si diresse verso la riva!
- E che te piàsse sònnu! e quesso ade' cus'è? (E che ti prenda sonno e questo adesso cos’è?!) - esclamò Mariettu, colpito da qualcosa che lampeggiava tra le onde che lo facevano sobbalzare!
- Quéssa è la lancétta de France’!!! (Questa è la lancetta di Francesco!!!).
France', il suo compagno fedele, era stato inghiottito dal màru gròssu (mare molto mosso) e solo il faro continuava a lampeggiare come per chiedere aiuto!
Mariettu si fece tre segni di croce e pregò el nòneso 'Ntunì che in quel momento gli fosse vicino. Così, senza perdersi d'animo, s'accostò alla lancetta di France'.
-‘Iutàteme!!! ‘iutàteme!!! (Aiutatemi, aiutatemi!!!) - Più si avvicinava e più sentiva che il suo amico si sgolava per chiedere aiuto.
- Èccheme France'! ‘òlei gioga' a giaggià come quanno erimi picculi, ma io t’ho truàto! (Eccomi Francesco, volevi giocare a nascondino come quando eravamo piccoli, ma io ti ho trovato)

Marietto era il solito burlone e la sua ironia dava coraggio a tutti anche nei momenti di pericolo.
Il nonno 'Ntunì con lo stecchino tra i denti come di solito aveva, apparve a Mariettu e gli disse di buttare la cima e Francè, con quelle poche forze che aveva, l'afferrò.
Con il coraggio e l’audacia che in quel momento il nonno gli dava, Mariettu tirò su il suo amico France' che dalla contentezza scoppiò in lacrime.
- Nun c'è tempo per piagne' (Non c’è tempo per piangere) - disse Mariettu - piamo la strada de casa (prendiamo la strada di casa)! - e subito, con il vento a favore girò verso riva!

Quando il suo scàfu toccò terra, Ulisse gli saltò al collo.
Quello era stato per Mariettu l’ottantacinquesimo giorno senza prendere nulla, ma di sicuro era stata una pesca miracolosa!




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Tommaso Vitali.
a cura di: www.portorecanatesi.it