Murè era un bambino alto forte e magro. Da grande voleva diventare un bravo pescatore come suo nonno Peppe Sardò e, sin da piccolo, tutte le mattine all’alba si alzava per raggiungere la spiaggia dove il nonno e tutta la ciurma stavano già preparando le “Lancette” per iniziare un’altra dura giornata di lavoro.
Murè aiutava, osservava e cercava di imparare e ascoltava i consigli che il nonno cercava di dargli sapendo che a breve, a causa di problemi
di salute, il nonno gli avrebbe affidato la barca. Da grande avrebbe dovuto mantenere lui la famiglia.
Il bambino era molto timido, goffo e veniva sempre preso in giro dai vecchi pescatori e non c’erano giorni che non riceveva scherzi e battute
perché era sempre in ritardo e tutto spettinato.
Finalmente i preparativi erano finiti e la “Lancetta” prendeva il mare, Infatti tutte le mattine il nonno sceglieva la zona dove iniziare a pescare.
Murè impaziente aspettava un gesto del nonno per buttare la rete, iniziava così la sciabica.
Con il suo fare un po' impacciato Murè prende la cima della rete e scende a terra, la rete veniva posata con la barca a formare un arco un pò più
in là sulla riva, poi eseguiva un rito come augurio di buona pesca con due saltelli e urlava:” Zitti tutti, oggi faremo una grande pescata!“.
Purtroppo, anche cambiando rito, erano 84 giorni che non pescavano un pesce.
In questa situazione il nonno si rese conto che la sua barca era vecchia e aveva bisogno di essere restaurata e visto che Murè aveva ormai imparato il mestiere, decise di continuare il lavoro che il nonno gli aveva insegnato e, per farsi aiutare, chiamò il suo amico Zigà. Nonostante avessero apportato modifiche alla barca, tutti i giorni tornavano a casa senza un gran pescato, provavano e riprovavano e preso dallo sconforto, Murè cominciò a tirare i sassi ai gabbiani che si posavano sul mare, mentre Zigà che era il più saggio, gli fece capire che non era giusto e che se fosse successo al contrario lui non lo avrebbe accettato.
Al ritorno verso la riva, i due ragazzi erano pronti a mollare tutto, ma poi Murè pensò che forse potevano essere aiutati dal parroco,
quindi andarono in chiesa e parlarono con Don Antonio spiegandogli il difficile momento della loro pesca.
Prontamente Don Antonio disse loro di provare a disegnare un angelo sulla vela, di attaccare due occhi di Dio sulla prua della barca così
sarebbero sempre stati protetti e aiutati nella pesca.
I due ragazzi rimasero stupiti che con questi accorgimenti riuscirono a pescare tanto pesce da vendere e da portare a casa.
Infine promisero al parroco che tutte le domeniche sarebbero andati in chiesa e avrebbero ringraziato il buon Dio per averli aiutati.