Erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Il vecchio pescatore Jack era stanco anzi distrutto, più ore passavano e più perdeva le speranze. Ogni giorno tornava a casa e doveva dare alla famiglia la brutta notizia di non avere pescato nulla. Dovevano mangiare per l’ennesima volta pane e acqua.
Passavano i giorni e si mangiava ancora solo pane e acqua.
Jack decise di riprovare ad andare a pescare all’altra sponda del fiume per vedere se lì aveva un po’ di fortuna. Passò un’ora e finalmente sentì
abboccare qualcosa all’amo. In un attimo tirò fuori dall’acqua la canna da pesca, ma si ritrovò davanti un vecchio barattolo rovinato.
Per consolarsi lo portò a casa perché, anche se non aveva catturato un pesce, almeno aveva trovato qualcosa, anche se inutile.
I giorni continuavano a passare e, con i pochi soldi che aveva, il pescatore andò insieme alla moglie e ai suoi due figli al mercato per comprare un po’ di uova e patate. Notò però che le uniche bancarelle che vendevano cibo erano chiuse. Stranito andò a chiedere in giro. Il motivo era molto triste: il contadino che di solito gestiva la bancarella del cibo si era trasferito con la famiglia in un’altra città perché le verdure non crescevano più a causa del tempo secco e gli animali non producevano più latte o uova perché non mangiavano.
Jack e la moglie si guardarono e capirono che stava succedendo qualcosa di strano nella loro città. Infatti la gente si era dimagrita e il colore
della pelle era diventato pallido. Il pescatore disse alla moglie di andare di corsa a casa per preparare i bagagli.
Allora Jack aiutò la moglie a preparare l’occorrente per partire, ma dato che era un uomo curioso e che andava sempre fino in fondo alle faccende,
confidò alla moglie di partire senza di lui perché voleva capire cosa stesse succedendo.
Il giorno successivo, dopo tanti saluti e alcune lacrime versate, la moglie e i figli di Jack partirono col treno per andare in un posto nuovo con la speranza di trovare cibo e lavoro. Per il momento si sarebbero diretti dalla sorella di lei che poteva ospitarli per un po’. Il pescatore tornò a casa con la faccia triste. Tuttavia era pieno di vitalità e voleva fin da subito scoprire la causa dei fatti misteriosi che stavano avvenendo.
Visto che era un abile nuotatore e aveva avuto anche esperienza con l’apnea, prese dal suo armadio la vecchia muta, le pinne e la sua maschera per
immergersi nel fiume. Voleva vedere se trovava qualche indizio. L’acqua era tiepida e immergendosi non vide alcun pesce. Iniziò a battere le gambe e
proseguendo sott’acqua notò un sacco di sporcizia, come ad esempio barattoli di vetro, sacchetti di plastica e tante altre cose. Jack cominciò a
capire che il vero motivo per cui non pescava più pesci era tutta quella spazzatura.
I pesci se n’erano andati perché quell’ambiente stava diventando tossico.
Uscì dall’acqua e senza neanche riposarsi un secondo, si avviò verso le campagne abbandonate dai contadini. Si era portato una pala. Iniziò a scavare senza sosta e infatti, come aveva immaginato dopo aver visto la scena orribile sott’acqua, anche sotto terra si era accumulata talmente tanta sporcizia che le piante non riuscivano a crescere e non c’entrava niente il fatto del clima secco. Decise di radunare i pochi cittadini rimasti. Spiegò a loro i fatti e cosa aveva visto.
Così tutti insieme, armati di buste, pale e attrezzatura per andare sott’acqua, cominciarono la loro operazione di pulizia dell’ambiente. Passò un mese e le piante ripresero a crescere, gli animali mangiavano e la famiglia del vecchio pescatore si era riunita. Dopo tanto tempo che non pescava, Jack ci riprovò, si mise seduto su una sponda del fiume e paziente aspettò.
Dopo alcuni minuti sentì qualcosa che mosse la canna da pesca... Era un pesce!!!
Dopo quasi un anno era riuscito di nuovo a prendere un pesce. Lo portò a casa eccitato.
Era contento che la sua famiglia avrebbe potuto gustare di nuovo il sapore del pesce fresco.
I suoi figli potevano di nuovo assaporare la bontà del pescato di loro padre, il grande pescatore Jack.