Erano 84 giorni ormai che non prendeva un pesce, nonostante avesse un’esperienza di circa 52 anni.
Le sue giornate proseguivano sempre allo stesso modo da quasi tre mesi. Si alzava la mattina presto per sistemare le esche e la canna da pesca
per poi dirigersi in un punto che sapeva ricco di pesci.
Restava lì per ore, fermo immobile per non farsi scappare la preda ma nonostante ciò non riusciva a pescare nulla da un po’ di tempo.
Alla fine si fa sera e il vecchio torna a casa a mani vuote, tuttavia, vedere l’anziana moglie e i due nipotini speranzosi di avere anche un
piccolo pesce con cui sfamarsi, ogni volta questo lo distruggeva.
Dava tutto se stesso, ma non riusciva a portare a casa nulla e visto che i soldi iniziavano a scarseggiare erano costretti a mangiare
pure pasta in bianco bollita nell’acqua salata del mare.
Un giorno però decise di cambiare le esche, comprò una rete da pesca e una piccola barca. Prese i pochi risparmi che gli erano rimasti e andò
in un mercatino dell’usato per non spendere troppo e dopo l’acquisto tornò a casa contento, ma appena mise piede dentro la capanna notò subito
qualcosa storto, infatti uno dei nipoti si era ammalato e non avevano abbastanza soldi per curarlo.
Il vecchio si disperò e decise di intraprendere un’impresa. Corse la mercatino per vendere tutto ciò che poteva. Poi corse in farmacia,
infine tornò a casa e lasciò tutti i soldi, le medicine sul tavolo assieme a un biglietto per la moglie.
Il vecchio pescatore preparò la sua imbarcazione malconcia e decise di fare il giro delle coste dal Mar Tirreno all’Adriatico per pescare
il più grande pesce esistente. Il viaggio fu lungo e estenuante, tra sole cocente e tempeste incredibili, ma il vecchio non mollava.
Finalmente trovò il suo pesce. Era un tonno. Era enorme. Con fatica lo prese all’esca e continuò con le braccia magre e ossute. Fece leva
e lo pose sulla barca. Era un esemplare mai visto. Notò che dentro alla bocca del tonno c’era una conchiglia.
Era particolare, grande e piatta. La tirò fuori, ma invece che lanciarla, l’istinto suggerì di aprirla.
Dentro c’erano perle, bianche e lucenti.
Il vecchio non poteva crederci e così fece di nuovo un lungo viaggio per il ritorno.
Tornò a casa trionfante, anche se la moglie lo accolse tra lacrime e rimproveri.
Con le perle riuscì a far curare il nipote ma non solo: volle aprire una pescheria e cambiare la sua barca comprando un grande peschereccio.
Pescava alici e gli affari andavano molto bene. Il vecchio pescatore accumulava ricchezze. Volle cambiare di nuovo l’imbarcazione con un
peschereccio più grande e attrezzato. Di conseguenza dove avere una ciurma e pagare i collaboratori.
Ma il vecchio pescatore era troppo contento, accecato da tanta fortuna.
Una notte partirono di nuovo con le luci a bordo a cercare alici e arringhe.
Ma la tanta fortuna volle ribellarsi. Il cielo si abbuiò all’improvviso. Le nuvole erano nere e soffiavano venti gelidi e forti dai quattro
punti cardinali. Il vecchio pregò il Signore dei Cieli da una parte e urlò parole contro Poseidone dall’altra.
La pesca non andò bene. Il peschereccio era un bel po’ malconcio. Gran parte dell’attrezzatura era persa in mare e l’altra non era più utilizzabile.
Per fortuna gli uomini erano salvi ma troppo impauriti per tornare al largo del mare.
Il vecchio pescatore aveva perso tutto in una notte.
Tornò a casa e si nascose il voto dietro le mani.
La moglie e i nipoti lo abbracciarono.
Ce l’avrebbero fatta, di nuovo. Non doveva arrendersi perché tutta la famiglia era con lui. Lui aveva dimostrato di poter fare grandi cose.
Il vecchio pianse e abbracciò forte la sua amata e i suoi cari nipoti.