Francesca.

(26/10/1980)
Tratta da: "Canto la mia generazione
Edizioni Cappelletti ottobre 1981

T'ho vista oggi così semplice e bella;
con quel tuo viso magro e pulito,
con quei tuoi grandi occhi visti,
come finestre spalancate sul mondo.

Con quel tuo corpo così esile e bizzarro,
come sembrasse un'antilope un fuga:
con quei tuoi capelli liberi e lunghi
che giocano al vento come per sfida.

Mi piaci codì come sei;
come una roccia fredda
dove zampilla acqua
che ti rinfresca.

Ma un'ombra mi affuca la mente;
è come quel segno che porti in fronte a presagio
e colgo qualcosa di strano,
sono a disagio.

Ti sento distante Francesca.
I tuoi sedic'anni mi fanno paura.
Forse il mio è solo egoismo,
ma vorrei conoscerti più in là del tuo « altruismo ».

Spero soltanto che un giorno,
vedendoti donna,
tu sia in grado di prendermi ancora
a morsi sul naso.

Sarà il modo migliore
per farmi intuire
che non sei cambiata
e ci potremo capire.



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MI CHIAMO ENRICO - Le poesie di Enrico Traversa