Se altrove vanno a fare altro.

| di Emilio PIERINI | inserito il 30/11/2008 | Stampa


onato Caporalini, con il suo ultimo scritto, tesse un ragionamento dai confini filosofo/antropologici in cui, tra un’accusa nei miei confronti di qualunquismo retorico ed un’altra di pressapochismo generalizzante, riassume e tenta di spiegare la mancanza di un serio rinnovamento nella politica locale e nazionale.
Lo fa, giustamente, mettendo alla guardia dal differenziare tra un populistico “nuovo che avanza” ed un processo serio di educazione alla cultura socio politica che dovrebbe vedere interessati i giovani.
Esprime, a mio modo di vedere, concetti interessanti che dovrebbero essere ispiratori ad una seria riflessione da parte di tutti coloro che, in politica, si candidano a governare la cosa pubblica.
Ma, purtroppo, non mi ha convinto e non mi convince.

Donato cita, in un suo passaggio ricostituente la sua esperienza politica, Massimo D’Alema. Questo ha fatto sorgere in me fisiologici paragoni. Massimo D’Alema è stato primo ministro della nostra cara nazione dal 21 Ottobre 1998 al 25 Aprile 2000 rimanendo a capo di due differenti governi.
Più o meno nello stesso periodo, nelle principali nazioni europee governavano i Lionel Jospin, i John Major, i Gerard Schroder ed i Josè Maria Aznar, ovvero politici, più o meno, coetanei dello stesso Massimo D’Alema.

Ebbene mi sono dedicato ad una piccola ricerca. Sono andato a controllare la storia di ognuno dei personaggi sopra descritti.

Lionel Jospin è stato premier francese dal 1997 al 2002. Nel 2002 ha perso il ballottaggio con Le Pen per contendersi il ruolo di candidato unico alle elezioni presidenziali contro J. Chirac. Si dedica successivamente alla scrittura di libri ed articoli molto seguiti. Nel 2007 dichiara di non essere interessato a candidarsi alla presidenza e si ritira dalla politica.

John Major è stato premier inglese in rappresentanza del partito conservatore dal 1990 al 1997, allorché fu sconfitto da Blair. Dopo le elezioni generali del 2001 si ritira dalla politica. Dopo le sue dimissioni è andato ad occuparsi di alta finanza per il gruppo “Carlyle” che altro non è che un società di gestione di fondi con un portafoglio di 30 miliardi di dollari.

Gerard Schroder è stato premier tedesco (coalizione di centro sx) dal 1998 al 2005. Praticamente più che perdere le elezioni del 2005 le pareggiò. Infatti la neo premier Angela Merkel fu costretta a formare un governo di “grande coalizione”. Schroder si dimise.
Divenne capo del Consorzio Nord Stream AG della “Putiniana” Gazprom con il compito di occuparsi della realizzazione di un gasdotto che univa la Russia e le regioni orientali della Germania.

Josè Maria Aznar è stato premier spagnolo dal 2000 al 2004. L’ 11 Marzo 2004 grazie anche al fatto che aveva raccontato qualche bugia sugli attentati di Madrid perse le elezioni a favore di Zapatero.Non si ricandidò più.
Dal Giugno 2006 ha rivestito l’incarico di presidente del CDA di News Corporation di proprietà di Rupert Murdoch (compagnia che controlla la 20th Century Fox). Proprio per aver accettato tale incarico si è dimesso dal Consiglio di Stato Spagnolo, carica che spetta di diritto in base alla normativa iberica a tutti gli ex capi di governo. Ultimamente è risalito alle cronache di tutti i quotidiani spagnoli ed europei.
Vi state chiedendo se avesse manifestato l’intenzione di ricandidarsi a qualche incarico politico ?? No, si è offerto per la presidenza del Real Madrid, visto che è iscritto come socio a tale prestigioso club da molti anni.
Gli hanno risposto picche. Gli anni sono molti ma non sono abbastanza visto che per concorrere a tale incarico di presidenza bisogna essere soci da almeno 10 anni (che lui non può vantare).

Massimo D’Alema non ha fatto come i suoi colleghi. E’ ancora tra noi. E’ più che mai tra noi. Scrive libri con Mondadori (di chi è la Mondadori ??), libri per i quali i bene informati (Marco Travaglio ndr) dichiarano che ha percepito 250 milioni di vecchie lire sotto forma di anticipo per poi realizzare vendite al ribasso (i libri dei politici non li compra mai nessuno in Italia….).
Fonda, proprio in questi giorni, costole del PD Veltroniano (vedi Red, la sua ultima creatura) quasi a voler minacciare con la sua presenza un giorno sì e l’altro pure il segretario scelto dalle primarie.
Si occupa di barche e di banche, ma lo fa dal suo seggio parlamentare, sia esso europeo o italiano. Decide le candidature, dispone su chi deve andare in parlamento, fa parte di quella oligarchia che anche Donato ammette esistere che regala uno scranno parlamentare ai soliti noti ed alle consorti dei soliti noti.
Ecco, nei curriculum vitae dei personaggi sopra citati, c’è la differenza tra l’Italia ed il resto del mondo.
Donato Caporalini, molto più navigato di me in politica, dovrebbe chiedersi il perché di questa differenza. A mio modo di vedere non lo fà. La sua analisi si occupa d’altro. Qui non si tratta di esaltare il nuovo per il semplice gusto di seguire una moda o una vuota corrente di pensiero. Qui si tratta, come ha enunciato giustamente Lorenzo Riccetti in uno dei suoi discorsi, di prendere atto che chi ha deciso il nostro futuro non può pretendere di decidere anche il futuro dei nostri figli.
Il rinnovamento, ad un certo punto, nella vita e nella politica, deve essere fisiologico. Così funziona altrove.
A me, molto semplicemente, sembra che in Italia ed a Porto Recanati, si continui nell’esaltare i metodi D’Alemiani. Purtroppo.

Continua...


Emilio Pierini

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| inserito il 30/11/2008 | Stampa