Se altrove vince Obama.
e presenziando
le conferenze dibattito che i due principali candidati alle elezioni politiche locali per il centro sinistra
hanno organizzato, ti rendi conto, dall’alto dei tuoi 44 anni suonati, di essere uno dei più giovani
tra l’utenza in ascolto, la prima domanda che fisiologicamente ti poni è : “dove stiamo sbagliando”?
Se, soprattutto, alla presentazione del candidato sindaco Donato Caporalini vedi tutta la vecchia giunta
di centro sinistra dell’ex sindaco Giampaoli in prima fila, nessuno escluso, a dieci anni di distanza
dall’esser stati protagonisti del governo della città, ti si pone subito davanti una questione ineludibile:
il tempo si è fermato?
Se l’esperienza, l’aver ricoperto diversi incarichi istituzionali locali, l’esser stato vice presidente
della Provincia, assessore e quant’altro, diventa un fisiologico plus valore sbandierato neppure troppo
in maniera sublimale da uno dei due pretendenti alle primarie ti chiedi: e Hussein Obama, neo eletto
dalla più importante democrazia occidentale, da dove è spuntato? Quale lezione ci ha impartito?
Quelli sono gli States, verrebbe da dire, altra roba, altra pasta, altri cervelli, altro modus operandi.
Da quelle parti un signore afro americano 47enne può essere il “prescelto”. Non ha esperienza? Come farà a
prendere le decisioni che avranno ripercussioni sull’intero globo?
Avrà quel background politico sufficiente per guidare la nazione, quel carisma necessario?
Chissenefrega ti rispondono negli States.
Da quelle parti le regole non scritte della politica burocratica,
vetusta, stantia, ammuffita, sono state scritte per non essere rispettate. Da quelle parti hanno un cuore,
un’anima, un futuro da affidare nella maniera più responsabile possibile ai propri figli.
Da quelle parti non sono autolesionisti, appoggiano il rinnovamento vero, non quello a parole sbandierato
in riva al nostro mare.
Cosa è stato fatto per coinvolgere i giovani nella partita elettorale porto recanatese?
Quali strumenti abbiamo messo in azione per portare giovani ventenni e trentenni delle più svariate estrazioni
sociali, figli di operai e professionisti, a rendersi protagonisti di un processo di partecipazione attiva
alla vita ed ai problemi del nostro paese? Nulla. Assolutamente nulla.
I visi che fanno di contorno al nostro scenario politico, salvo qualche rara benedetta eccezione,
sono sempre gli stessi. La politica locale ricalca in maniera impressionante l’andazzo nazionale,
rappresentando un circolo chiuso, un club esclusivo, un’oligarchia ristretta.
Non solo, il vecchio, in quanto tale, è radicato nel losco territorio della politica.
Vive di ripicche, sotterfugi, piccole vendette, rivalse.
Le primarie del centro sinistra locale si stanno trasformando in una guerra guelfi – ghibellini che in teoria
(molto, molto in teoria) tra una settimana, dovrebbero vestire la stessa maglia.
Il vecchio è spesso rigido, non dimentica, non perdona, porta rancore. Il giovane ha una sua insita flessibilità
ideologica, altri schemi mentali, naturalmente propedeutici ad un vero processo unitario.
E’con questo spirito che un buon 50% della popolazione porto recanatese dovrebbe recarsi al voto tra una settimana.
In un clima di nervosismo, di piccoli affari da proteggere, di appartenenti alle liste che, molto probabilmente,
alla luce dei risultati della consultazione elettorale tra il popolo di centro sinistra, faranno prevalere
una sorta neppure troppo occulta di applicazione del manuale Cencelli; lo spirito spartitorio filo Mastelliano.
In barba ad una specchiata democrazia, ad una logica politica meritocratica, ad un nuovo modo di auspicare il
futuro politico di questa cittadina, avremo la nostra lottizzazione, con i guelfi ed i ghibellini che faranno
a gara per chi griderà più forte.
Dall’altra parte dell’Oceano, intanto, un signore di colore 47enne, afroamericano, ci guarda,
quasi con compassione. Sperava di aver fornito un esempio al mondo intero, era convinto
di aver scardinato il sistema, di avere aperto una via; non sà, purtroppo, che da queste parti nulla cambia,
tutto tace. Porto Recanati, purtroppo non è un’eccezione.
Porto Recanati, ancora una volta, ha perso una possibilità.