Sembrava fermo, invece metteva tutta la sua forza per risalire controvento e io non smettevo di guardarlo.
Era un giovane gabbiano che volava solitario nel cielo ventoso. Quel giorno io e il nonno eravamo usciti in mare a pescare.
Mentre il vento faceva dondolare la nostra barchetta, ogni tanto gettavamo degli avanzi di pesce in mare. Moltissimi gabbiani urlanti
si tuffavano in acqua e si beccavano tra loro fino a farsi male, pur di recuperare un po’ di pesce. Solo quel gabbiano rimaneva in cielo
facendo delle acrobazie.
Ho pensato:
- Sicuramente anche lui ha fame, ma sta aspettando che gli altri se ne vadano, per poi mangiare con tutta calma e senza farsi male!
Così, tenendo un pesce in mano, ho iniziato a chiamarlo:
- Vieni a prendere questo pesce! È tutto per te!
Dall’alto mi ha risposto:
- No grazie! Adesso non ho tempo di mangiare! Non vedi che sono impegnato?
Non credevo alle mie orecchie:
- Impegnato a fare cosa?
-Mi sto allenando perché voglio raggiungere la perfezione nel volo! - mi ha risposto.
Io ero veramente stupita da quelle parole: il gabbiano aveva un obiettivo davvero importante e voleva raggiungerlo a tutti i costi.
C’era però una cosa che ancora non capivo.
-Perché sei l’unico a volare, invece i tuoi amici pensano solo a mangiare? - gli ho chiesto.
-Sai, io sono sempre stato diverso da loro. Sin da piccolo ero affascinato dal cielo e dal volo, infatti ho imparato a volare prima degli altri pulcini.
Tante volte mi hanno chiesto di cambiare, di comportarmi come loro. Io però non sono mai riuscito a rispettare le loro regole. Ho fatto la mia scelta di
libertà, anche se poi ho dovuto pagare un prezzo molto caro: mi hanno esiliato!
-Quali erano le regole dello stormo? - ho chiesto piena di curiosità.
Il mio amico mi ha risposto:
-La regola è una sola: mangiare per sopravvivere. Tutto il resto non conta, ma per me è impossibile seguire questa legge, perché il cielo mi ha chiamato
e io non posso resistere: devo volare!
Sono rimasta in silenzio pensando a quelle parole piene di verità. Intorno a me c’era solo il rumore delle onde. Poi ho iniziato a sentire una voce
fievole che mi chiamava:
- Isabella…Isabella…
Lentamente, la voce diventava sempre più intensa:
- Isabella…Isabella…Svegliati!
Io apro gli occhi e … mi ritrovo nella mia cameretta! Capisco che il nonno, la barchetta, il gabbiano facevano parte di un sogno.
Un sogno meraviglioso, con un significato molto importante: nella vita bisogna essere liberi di fare le proprie scelte e raggiungere
i propri obiettivi con impegno e passione.
Nessuno può decidere per te!