La sua passione stava scomparendo.
di Sofia Manisi - classe 2/B - (Sez. B)


Erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Saliva sulla sua barca all’alba quando il cielo era arancione e il sole si nascondeva dietro la linea dell’orizzonte e tornava a casa al tramonto quando il giorno lasciava spazio alla notte. Sapeva che il giorno dopo sarebbe stato lo stesso. L’unica cosa che lo faceva continuare era la passione per il suo mestiere, anche se ormai non vedeva più quello che gli piaceva ma solo quello che non gli riusciva.

Amava il mare, amava i suoi colori e il suo odore e amava i gabbiani, ma non riusciva più a trovare un lato positivo in quello che faceva, la sua passione era scomparsa e stava scomparendo insieme ad essa anche la sua speranza. L’unica cosa che cresceva di giorno in giorno era la paura, la paura di non farcela.

Non poteva far spegnere la luce della speranza, perché se fosse successo si sarebbero spenti anche i suoi sorrisi. Doveva smetterla di piangersi addosso, di dire che non ci riusciva o che non lo sapeva fare, erano tutte scuse, la verità era che non si impegnava abbastanza. Doveva tirare fuori il coraggio e la grinta del pescatore di prima, che aveva ma stava nascondendo.

Aveva capito che doveva credere nelle sue capacità, aveva capito che se voleva poteva farcela, doveva solo crederci.
L’ottantacinquesimo giorno salì sulla sua barca con più determinazione, nulla poteva sconfiggerlo, non avrebbe permesso alla sua paura di invaderlo e di uccidere ogni sua speranza. All’alba dell’ottantacinquesimo giorno pescò di nuovo un pesce.
Era tornato il pescatore di una volta, quello senza paura, quello che tutti ammiravano. Da quel giorno non avrebbe più creduto di non farcela e avrebbe smesso di sottovalutarsi.




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Sofia Manisi.
a cura di: www.portorecanatesi.it