Un anziano pescatore era molto stimato dagli altri colleghi pescatori. Da un po' di tempo, però, il suo rendimento nel lavoro era calato
e non riusciva più a pescare come una volta.
C'era chi dava la colpa alla sua età, chi lo definiva semplicemente sfortunato, chi invece lo aveva sempre considerato un incapace ma fortunato.
Tutto questo fece si che pian piano tutti lo allontanassero e isolassero. In questo periodo di difficoltà, lui non si perse d'animo e insistette
nel riuscire a pescare.
Rientrava a mani vuote e, attraccata la barca, parlava sempre con un giovane che in quel momento del giorno si trovava lì per passeggiare;
parlava con lui della sua difficoltà a trovare i banchi di pesce, dei mancati guadagni e della difficoltà ad andare avanti nella vita in generale.
Questo giovane, anche se non competente nella pesca, cercava di dare dei consigli al vecchio pescatore o quantomeno di incoraggiarlo e invitarlo
a non arrendersi perché prima o poi, diceva, il brutto momento sarebbe passato.
Inoltre chiedeva consigli di vita al vecchio e il pescatore trasmetteva. la sua saggezza al giovane.
Trascorsero ottantaquattro giorni senza ancora essere riuscito a pescare un pesce e le difficoltà aumentavano: oltre a quelle economiche, subentrarono quelle fisiche: non potendosi nutrire a dovere, il suo corpo ormai debilitato e provato dagli anni di duro lavoro si ammalò e fu costretto ad abbandonare la pesca.
Sembrava essere stato abbandonato dal mondo, ma non era cosi: giovane che aveva conosciuto e con il quale parlava al rientro dalla pesca era
in realtà una persona benestante oltre che di animo nobile. Si prese cura del vecchio, lo aiutò a guarire e ad andare avanti.
Mentre per i suoi colleghi pescatori poteva risultare una sconfitta, per lui non lo era affatto: essi non avevano compreso che chi trova un amico,
trova un tesoro.
Non c'è cosa più bella di una persona che ti vuole bene con cui poter condividere le gioie e le difficoltà della vita.