Oggi ti racconterò una storia.
di Nicole Conti - classe 2/D - (Sez. B)


Oggi, piccola, ti racconterò una storia, essa narra di un’apparente sconfitta di un pescatore. Pablo, un vecchio che viveva di pesca. Ogni giorno andava nella sua barchetta a vela per poter coltivare la sua passione, ma purtroppo non pescava un pesce da giorni, esattamente 84.

I primi giorni un ragazzo giovane di nome Fabio andava dal vecchio, per poter imparare a pescare anche lui. Loro due erano molto amici, come padre e figlio, ridevano e scherzavano ogni giorno e si capivano a vicenda. Il ragazzo però, al quarantesimo giorno, quando si accorge che il povero vecchio non aveva ancora preso un pesce se ne va.
“Insomma papà gli spezza il cuore?” “Sì, piccola, ma ora fammi continuare”.

Nei giorni successivi il pescatore era sempre triste, perché soffrire l’abbandono di una persona amata è una cosa terribile, che ti arriva fino al cuore e te lo distrugge in mille pezzi se una persona la ami davvero.
A casa del pescatore però le cose non andavano bene, la famiglia era povera e senza un pezzo di pane da giorni. Arrivarono le paranoie e la paura di essere un fallimento, forse è la verità? Pensava Pablo.
La verità? Cos’ è, la verità? La cosa che fa più male in assoluto, quella che ti calpesta il cuore e quando si scopre che non è solo un’illusione te lo prende a calci fino a togliergli i rispiri.

Il pescatore però non si arrese, anche se “falliva” per molti, la sua vittoria era tornare ogni giorno lì, nel mare e nella tempesta, nel vento e nella serenità, sempre, con il cuore e con l’anima. Arrivò così il giorno ottantaquattro, ancora niente. Fabio aveva cambiato imbarcazione e pensa che alla prima settimana aveva già pescato tre pesci.
Il vecchio si domando come, e ogni giorno alla fine della sua giornata di pesca andava a controllare quali strumenti usava il suo vecchio compagno di avventure.

Non scoprì nulla, passarono i giorni fino ad arrivare al 101, 102, 103 e… “Dai papà non mi tenere sulle spine che cosa succede?”.
Il giorno 104 trovò nella sua barca una canna de pesca nuova di zecca e una cassetta piena di pesce, ma la cosa che attirò di più Pablo era una lettera. In essa era scritto: “caro Pablo, scusa se ti ho abbandonato così, da un giorno all’ altro, lasciandoti solo, non ti ho dato spiegazioni o motivazioni, ma è giusto che tu sappia che a mia madre è stata diagnosticata una brutta malattia e le serviva da mangiare al più presto.

Forse tu non percepivi la mia presenza, ma io ci sono sempre stato con l’anima e dentro il mio cuore ci sarà sempre il tuo nome, le tue risate e le tue battute e oggi che è la festa del papà ho deciso dopo tanto tempo di tornare da te per dirti che grazie alla pesca che tu mi hai insegnato mia madre si è salvata. Il tuo cuore è unico e va custodito, ci sarò, ci sarò per sempre, lo giuro.

Gira l’angolo della barca e io sarò lì con il sorriso e il cuore in gola ad aspettarti. Fabio”. Il vecchio pescatore girò l’angolo della barca e lì trovo il giovane pronto ad attenderlo con una tavola piena di cibo.
Giorno dopo giorno il loro rapporto riprese e i pesci in tavola non mancavano mai. Con i soldi accumulati riuscirono a contribuire alle spese mediche da pagare della madre di Fabio e rimasero per sempre insieme, mano nella mano, nel bene e nel male, con il cuore e con l’anima.

Questa piccola, è la storia di una sconfitta che alla fine è diventata vittoria. Io credo in te, sempre e se amerai una cosa così tanto da non poterla abbandonare, fai come il vecchio pescatore mettici il cuore e l’anima e non mollare mai. “Sarò brava, lo prometto”




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Nicole Conti.
a cura di: www.portorecanatesi.it