Erano ottantaquattro giorni ormai che il vecchio pescatore Giovanni non riusciva a pescare, proprio come quando era un ragazzo….
In Italia era scoppiata una grande guerra che aveva coinvolto, purtroppo, anche la cittadina di Porto Recanati. Tutti gli uomini erano stati chiamati
a combattere, anche il pescatore Gianni che aveva dovuto lasciare la sua famiglia nelle mani del suo primogenito Giovanni.
Il giovane era preoccupato perché da quel momento doveva smettere di essere un semplice, spensierato ragazzo di sedici anni e doveva diventare un uomo maturo in grado di prendersi cura della propria famiglia. Per più di un mese non riuscì a pescare nulla. Ogni giorno si alzava all’alba, andava in spiaggia e mentre portava la barca del padre in acqua pregava e chiedeva disperatamente a Dio di riuscire a pescare qualcosa.
Tutti provavano pena per Giovanni e la sua famiglia ma non potevano aiutarlo perché c’era miseria ovunque per via della guerra.
Giovanni non sapeva neanche se il padre fosse vivo o morto, se avrebbe fatto ritorno a casa, intero o mutilato. Un giorno Giovanni decise di dare
una svolta alla sua vita e a quella della sua famiglia: piangersi addosso non avrebbe portato a nulla. Decise di lasciare le solite acque in cui pescava,
allontanandosi sempre di più dalla riva, come non aveva mai fatto.
Calò le nasse e si munì di molta pazienza, aspettò una, due, tre ore fino a quando due grandi pesci abboccarono. Non perse tempo: tirò su le nasse e caricò il bottino nella barca. Mentre tornava casa pensava che se il padre avesse fatto ritorno gli avrebbe potuto raccontare di questo suo trionfo. Neanche la madre e le sorelle speravano più in una buona pescata ma, appena mise i pesci sul tavolo, gli occhi di tutti si riempirono di lacrime di gioia che si asciugarono in un caloroso abbraccio.
Il pescatore Giovanni, ormai vecchio, era tranquillo e sereno perché se il mare lo aveva già aiutato da giovane nel difficile periodo della guerra, lo avrebbe fatto anche in quel momento.