Gli occhi erano rimasti giovani.
di Elisabetta Stura - classe 1/B - (Sez. B)


Era un pescatore e in lui tutto era vecchio: le sue mani piene di cicatrici, che mostravano la sua vita, erano quasi come un libro che raccontava la storia di un uomo che non si era mai arreso. Quante le battaglie tra lui, i pesci e il mare, che a volte si mostrava di cattivo umore! Erano stati tempi pieni di vita, ma in questo libro, ormai, non c’erano più pagine che raccontavano nuove storie o nuove battaglie. Tutte le vecchie ferite erano ormai guarite con il tempo….

Eppure, gli occhi del pescatore erano rimasti giovani e brillavano di speranza. Erano di un blu profondo come il mare, che lui amava e rispettava con tutto il suo cuore. Il mare era il suo passato, presente e futuro. Era tutto per lui: la sua famiglia, la sua casa, perciò non si sentiva mai solo.

Erano ottantaquattro giorni che non prendeva un pesce e aveva perso un’altra giornata in alto mare. Quando vide il sole tramontare, decise di tornare a casa. Quando attraccò, vide le ultime luci del sole, che illuminavano la sabbia che luccicava di orognolo.
Sistemò la rete ormai vecchia, che era adatta solo per i pesci grandi. Tutti i pescatori giovani lo deridevano per questo, pensando che l’importante fosse prendere più pesci possibile, non la dimensione.

I pescatori più anziani, invece, preferivano stare ziti e osservare, forse perché erano invidiosi… ma di cosa? Erano invidiosi, perché il pescatore aveva dedicato la sua vita a giocare a prendere solo i pesci grandi, e sfidare le forze della natura con tutte le sue energie; ma per fare questo gioco aveva rinunciato a una moglie e a dei figli!

Con questi pensieri, andò a dormire dopo una cenetta a base di ostriche: sperava che l’indomani fosse un giorno migliore. Si svegliò all’alba e svelto salì subito in barca.
Il mare era perfetto per pescare: immerse la mano nell’acqua limpida e fresca; sembrava come se gli volesse dare le energie per prendere finalmente questo pesce! Buttò e ritirò la rete tutta la giornata, ma al massimo aveva preso qualche alga o lisca di pesce, sicuramente buttata da qualche gabbiano dopo essersi goduto il banchetto.

Proprio quando stava per tornare a casa, vide qualcosa muoversi nell’ acqua. Senza dubitare lanciò subito la rete e tirò fuori con tutte le sue forze un grande pescespada! Finalmente ce l’aveva fatta!
Notò una ferita fresca sulla mano: era l’inizio di una nuova storia. Entusiasta, caricò il pesce in barca, sapendo che non si sarebbe fermato lì: avrebbe continuato a pescare e a cercare di prendere altri pesci.

Quello era il suo destino, la sua strada. Caricò il pesce sulla spalla e lo portò a casa, appoggiandolo sul tavolo. Ormai stanco, si sdraiò sul letto e, piano piano, cominciò a chiudere gli occhi. Quando li riaprì, vide sua madre cucinare il pesce e suo padre portarne altro. Il pescatore non riuscì a trattenere le emozioni: era veramente tanto felice.




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Elisabetta Stura.
a cura di: www.portorecanatesi.it