Erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce…
Il vecchio pescatore si trovava nel Mar Mediterraneo, tutto solo, senza neanche un pesce.
Ormai aveva perso tutte le speranze: lasciò la sua canna da pesca e si sdraiò sulla sua barca ed iniziò a riflettere su nulla in particolare.
Pensò a quando era bambino, quando di mattina andava a pescare con suo padre nel Mar Adriatico di Porto Recanati e vedeva molti altri pescatori che pescavano e vendevano i pesci appena pescati. Tutt’intorno si sentiva l’odore di pesce e di persone che chiacchieravano mentre si davano da fare: il lungomare aveva un’atmosfera viva nonostante fosse ancora molto presto.
Poi pensò a quando era morto suo padre e di quando la pesca, da un momento di gioia condivisa, era diventato un momento di solitudine, un momento di riflessione. Pensò al giorno in cui si era sposato, pensò al momento in cui erano nati ognuno dei suoi figli: aveva una famiglia felice e completa che fu distrutta dalla guerra.
La guerra come un mostro divorò i suoi figli che si erano dedicati a salvare la propria patria. Dopo un po’ di giorni la Morte arrivò fino la loro casa a portarsi via con sé una madre che non riuscì a sopportare la morte dei suoi figli. Infine pensò al presente; sembrava che adesso la Morte era finalmente venuta a portarsi via l’unica cosa che era solo la sua e non di qualcun altro: la sua vita.
La Morte lo aveva accompagnato per tutta la sua vita, portandosi via con sé la vita di tutti coloro che stavano intorno al pescatore.
In quel momento voleva stare con la sua famiglia anche se ciò significava morire.
Però poi si ricordò di quei bambini che ogni giorno lo venivano a trovare. Loro lo chiamavano Nonno Pescatore ed era per loro sia un amico, sia un nonno
e la sua casa era il loro luogo di incontro. Andavano lì a sentire le varie avventure marinare che il vecchio aveva vissuto nel corso della sua vita.
All’improvviso il pescatore si ricordò quando un giorno i bambini gli avevano confidato il loro sogno: andare a pescare con il loro Nonno Pescatore. Per riuscire a realizzare quel sogno i bambini avevano iniziato a imparare le tecniche di pesca e si informavano su tutto quello che serviva per far diventare quel sogno una realtà.
Ricordandosi tutto questo, il pescatore riebbe la forza di combattere per sopravvivere perché non voleva che il sogno per la realizzazione della quale
i suoi piccoli amici si erano impegnati rimanesse un sogno e nient’altro.
Il ricordo di quei bambini gli diede di nuovo la speranza di vivere e perciò riprese la canna da pesca e dopo un paio di ore riuscì finalmente
a pescare un pesce, poi un altro e un altro ancora…
Questo gli diede ancora più la speranza: speranza di ritornare dai suoi piccoli amici che lo stavano
aspettando a Porto Recanati.