Il sogno di Alberto era andare a scuola.
di Gianna Grace Fabbracci - classe 2/B - (Sez. B)


Pino era un signore di cinquantotto anni, aveva la barba e i capelli grigi, gli occhi marroni e il naso aquilino. Viveva in una capanna di legno con suo figlio Alberto di undici anni. Era un ragazzo non molto alto, con i capelli neri e gli occhi azzurri. Sfortunatamente non avevano molti soldi; nonostante ciò erano felici e si volevano bene.

Il sogno di Alberto era andare a scuola come tutti gli altri ragazzi che vedeva in giro per il paese, ma Pino non poteva permettersi il materiale e i libri ed era molto dispiaciuto di ciò. Pino era un pescatore e ogni mattina si alzava presto con Alberto, si vestivano con i pochi vestiti che avevano. Mentre il padre andava a pescare, Alberto andava in giro per il paese. Ogni mattina andava da un amico stretto del padre che faceva il falegname, Luca, e gli portava verdura fresca del loro piccolo orto. Nel frattempo Pino stava al mare, ma aveva solo una canna da pesca e dalla riva pescava quel che poteva.

Erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce e lui e Alberto erano rimasti con poco cibo.
Vedendo ciò, Luca decise di comprargli quello stesso giorno una barca e gli regalò una canna da pesca nuova. Pino ringraziò tantissimo il suo amico, ma ormai si era fatto tardi e lui e Alberto andarono a casa.
Il giorno dopo i due si svegliarono prestissimo, andarono giù in spiaggia e subito salirono sulla barca. Il mare era trasparente ed era piatto come una tavola, il sole rifletteva i suoi raggi sull'acqua e i gabbiani garrivano. Fecero un bel giro in barca e una volta arrivati a largo si fermarono e si misero a pescare.

Quel giorno però faceva freddo e non c'erano molti pesci, presero solo qualche misera sardina. Si stava facendo buio e si avviarono a casa. Insieme camminarono lungo la spiaggia con un bellissimo tramonto, quando Alberto vide un piccolo granchio rovesciato e decise di aiutarlo, sotto a esso trovò una moneta da due centesimi. Pino era molto deluso di non aver preso niente, Alberto no.
Lui infatti raccoglieva monetine e quando arrivava a una certa somma le andava a cambiare in banca. Il giorno dopo ci andò e quando diede al banchiere le monete lui si aspettava che gli desse soltanto una banconota da cinque euro, invece gli disse che una delle monete era rara e che valeva novecentomila euro. Era la moneta che aveva trovato al mare!

Il banchiere disse:
- Sei un ragazzo fortunato. Va’ a chiamare tuo padre, così vi potrò dare i soldi.
E così fece; andò subito dal padre e gli disse: - Papà, papà, ho trovato una moneta rara, vieni subito in banca a prendere i soldi! Quando Pino vide la cifra, si mise a piangere e abbracciò il figlio. I due erano felicissimi e ancora non ci credevano.
Come prima cosa con questi soldi andarono a ringraziare l'amico Luca e gli diedero una certa somma.

Subito dopo Pino si comprò una nuova attrezzatura da pesca. Quel mese pescò tantissimo pesce anche perché ormai era primavera; ne avevano così tanto che iniziarono a venderlo. Era passato un mese e i due riuscirono a comprarsi un piccolo appartamento vicino al centro della città in cui vivevano benissimo. Come ultima cosa Pino realizzò il sogno di suo figlio: la scuola.

Quando glielo disse, Alberto non ci credeva, era felicissimo e non vedeva l'ora di iniziare.
Il suo primo giorno di scuola andò benissimo, si divertì un sacco e quando tornò a casa non riusciva a smettere di parlare al padre:
- Oggi è stata una giornata bellissima, la scuola era stupenda e anche il suo giardino, ho imparato molte nuove cose e la maestra di matematica è simpaticissima! Ho anche fatto nuove amicizie con i miei compagni di classe, specialmente con Eugenio, sono stato tutto il giorno con lui.
Come ultima cosa ringraziò il padre e i due si abbracciarono.
Ogni pomeriggio andavano a far un giro in spiaggia e ciò gli ricordava del momento in cui avevano trovato quella monetina. Ora vivevano più felici che mai.




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Gianna Grace Fabbracci.
a cura di: www.portorecanatesi.it