L’elaborato presenta centralità del tema proposto che è sviluppato in modo personale e originale. Lo svolgimento del testo risulta strutturato in modo chiaro e ben articolato. L’uso della lingua italiana nel complesso è corretto, il lessico adoperato è funzionale al contesto.
Era buio intorno a me, sentivo solo dei cinguettii, aprii gli occhi e vidi che il mio uovo era rotto: ero nato. Vicino a me i miei fratelli. Mi accorsi subito che non ero uguale a loro: avevo un’ala più corta dell’altra. Ma questo non fu un problema, mangiavo, ero al caldo e giocavo con gli altri. Poi le cose cambiarono: i miei fratelli iniziarono a volare, mentre io dovevo rimanere nel nido per la mia disabilità.
Gli anni trascorrevano lenti, ero sempre più solo. Volevo scoprire che sapore avesse la libertà, volevo vedere come fosse il mondo dall'alto e soprattutto volevo sentirmi uguale agli altri. Ma lei, “my littlewing” (così chiamavo la mia ala a metà), mi impediva di fare tutto questo. Non ero arrabbiato con lei, anzi la proteggevo come si fa con i più deboli, con una sorella più piccola.
Avevo sperato e desiderato che potesse un giorno crescere, “Forse è solo in ritardo”, pensavo, ma quel giorno tardava ad arrivare e alla fine ho scoperto che non sarebbe arrivato mai.
Poi decisi che era giunto il mio momento, volevo dimostrare a me stesso e a littlewing che anche io ero capace di fare qualcosa di sorprendente, volevo essere speciale come i miei fratelli.
Non avevo molta scelta, dovevo scappare via, lontano, dove avrei potuto essere finalmente libero di volare, senza sentirmi diverso. Chiesi aiuto a Marti, il mio migliore amico, lui era un gufo e mi aveva tenuto compagnia nelle mie notti insonni. Mi aiutò a raggiungere un’isoletta non molto distante. L’emozione che provai volando con Marti fu indescrivibile, più forte di qualsiasi sensazione provata fino a quel momento, più grande di quella che avevo provato quando ero nato.
Emozionato, ecco come mi sentivo, ma anche spaventato dall’idea che potessi non farcela e avrei deluso tutti, compreso me stesso.
Provare e riprovare a volare, così trascorrevo le mie giornate, ma ogni volta cadevo e mi sentivo triste e solo. Era difficile, più difficile di quanto avessi mai immaginato. Mi mancava la mia mamma, ma quella era la mia occasione e non potevo mollare.
Non so quanto tempo fosse passato, era giorno e poi notte e poi ancora giorno e io ero sempre lì, con la mia diversità che non mi lasciava essere ciò che volevo. “E adesso dove vado? Come farò? Chi mi aiuterà?”, sentii bisbigliare non molto lontano da dove ero io.
Seguii quella vocina; il mio udito, così come il mio senso dell'orientamento, era molto sviluppato, forse per compensare le altre mancanze, e fu in quell’istante che incontrai lui, Cann, un gabbiano proprio come me, ma più grande e “normale”. Mi avvicinai e vidi la mia stessa felicità sul suo volto. Mi raccontò che aveva smarrito il suo stormo e non sapeva più come tornare a casa.
Allora decisi di fare un patto con lui: se mi avesse insegnato a volare, io lo avrei aiutato a cercare la sua famiglia. Iniziammo subito, ma non fu per niente facile. Littlewing complicava le cose, ma nessuno dei due voleva arrendersi. Studiavamo insieme le tecniche giuste, mi aveva insegnato a sfruttare le correnti d’aria, ma ero sempre più stanco e precipitavo giù.
Poi un giorno arrivò lei, “la tempesta perfetta” e tutto cambiò. Come per magia, come in un sogno che si avvera, imparai a volare e littlewing si era trasformata in una guerriera. Il mio sforzo non poteva essere paragonato a quello di nessun altro, ce la stavo facendo, stavo volando! Com'era bello il mondo da lassù, agli occhi degli altri potevo sembrare fermo, eppure stavo mettendo tutte le mie forze per risalire controvento e volare come fanno quelli “normali”.
Io ero diverso, io sono diverso, e andando controcorrente sono riuscito a sentirmi finalmente libero. Ho mantenuto la mia promessa, ho riportato Cann a casa e ho avuto l’occasione di poter guardare il mondo dall’alto.
Sono ritornato nel mio nido, tra i miei affetti, ma non sono più quello di prima. Ora sono come gli altri, ma non mi sono mai sentito più diverso di così. Sono io, il gabbiano Will che con un'ala e mezza è riuscito a girare il mondo..