Nonno era così: era amato
di Davide Biondi - classe 3/E - (Sez. B)


Sembrava fermo invece metteva tutta la sua forza per risalire controvento… non so perché ma anche io mi sentivo così.
Ero lì sulla spiaggia, con i piedi immersi nella sabbia e le dita che quasi si aggrappavano ai sassolini, davanti a me avevo uno spettacolo affascinante, forse il meglio che si potesse desiderare: il mare in tempesta e quel forte vento che ti scompiglia tutti i capelli. Non ero lì per caso.

L’inquietudine che provavo da qualche tempo a questa parte mi portava sempre più spesso a chiudermi in me stesso e a rifugiarmi nei miei posti preferiti luoghi solitari e isolati. Non c’era immagine che rappresentasse di più il mio stato d’animo che il vento, le nuvole le quali si confondevano con l’orizzonte, e soprattutto l’immensa imponenza del mio amato mare. Il suo movimento da sempre mi culla e calma tutte le mie angosce.
La ragione per cui le mie giornate si sono offuscate e il mio cuore si è intristito è la morte della mia fonte di ispirazione, Nonno.

Era un amante del mare e faceva di tutto per farsi una rinfrescante nuotata d’estate; ne faceva solo una però, e ancora non ho capito il perché. Quando nuotava si sentiva leggero e lo dovevamo sempre rincorrere con il materassino per tutte le volte che andava a largo. Nonno al mare era felice, sorridente e libero.
Gli piaceva così tanto il mare.
Dopo il pranzo andava a sdraiarsi al sole e si faceva una dormita ristoratrice, prima di stare insieme a noi ma soprattutto a Nonna.
Quando la vedeva gli si illuminavano gli occhi e dopo aver superato i 60 anni di matrimonio la amava ancora con tutto sé stesso.

Anche Nonno, a ben pensarci, assomigliava a quel gabbiano perché, durante tutta la sua vita, è sempre stato uno spirito libero! Se gli andava, partiva con Nonna o col camper e raggiungeva, come me, i suoi luoghi preferiti, primo tra tutti Sarnano, dove si faceva un fegatello davanti al calore del fuoco; poi Vieste, il suo amato campeggio davanti ai pini e alle querce con l’isolotto lontano dalla costa pieno di gabbiani. Ha sempre vissuto la sua vita senza farsi comandare e calpestare da nessuno, senza neanche però andargli contro.

Nonno era così.
Voleva il bene degli altri, mettendolo anche prima del suo.
Era amato e rispettato da tutti.
Nonno era di poche parole ma con lo sguardo diceva tanto ed io, quando mi sentivo in difficoltà, correvo da lui senza dire nulla, avevo bisogno della sua compagnia silenziosa.
Mi ha insegnato tantissime cose, ma più di tutto ad essere libero, a combattere e riuscire ad essere felice senza intralciare nessuno.

Ho tutte queste cose impresse nel cuore e mi si affollano nella mente, mentre l’acqua è ormai arrivata a bagnarmi le caviglie, ma non indietreggio, rimango immobile a lanciare dei sassi. Mi rendo conto che le mie lacrime vengono spazzate via dal vento impietoso contro di me.
Sembro immobile ma sto risalendo perché in fondo so che è così che farebbe anche lui. Sento in lontananza la voce di mamma che mi sta cercando e improvvisamente tutto si calma.
Le onde avanzano e si ritraggono con meno forza, il cielo si rasserena così come il mio cuore.




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Davide Biondi.
a cura di: www.portorecanatesi.it