Il timoniere
di Massimiliano Renzi - classe 2/D - (Sez. B)


Luigi era un ragazzo di 12 anni, il più piccolo dei suoi quattro fratelli e viveva in un piccolo paese di mare. Nella sua famiglia erano tutti pescatori, infatti suo padre, aveva obbligato i suoi fratelli ad andare a lavorare con lui, dopo aver ultimato la scuola.
La stessa sorte era destinata anche a Luigi. Lui però, a differenza dei fratelli, aveva altri sogni. Gli piaceva studiare ed era appassionato del mondo del mare, delle correnti, dei venti, delle barche, ma non con lo scopo di diventare pescatore, ma un bravo timoniere, un capitano per guidare la sua barca e girare il mondo. Luigi vedeva suo padre e i suoi fratelli partire il lunedì molto presto per imbarcarsi nel loro motopeschereccio e li rivedeva tornare il venerdì sera stanchi e sporchi.

Ogni volta correva dal padre e gli chiedeva:
- Bà, come è andata? Quando mi farai guidare la barca?
E il padre rispondeva sempre:
- Presto Luigino, molto presto verrai a lavorare con noi!
E Luigino ribatteva:
- No, Bà ,io non diventerò un pescatore, io diventerò un timoniere, avrò la mia barca e la guiderò per viaggiare e visitare il mondo!

Per il suo tredicesimo compleanno il padre decise di fargli una sorpresa. Doveva portare la barca a fare manutenzione e si fece accompagnare da Luigi per accontentarlo e fargli guidare il motopeschereccio.
Luigi era al settimo cielo, finalmente poteva mettere in pratica tutto ciò che aveva studiato con tanta passione e soprattutto dimostrare al padre le sue capacità. La giornata non era bellissima, c’era un po’ di vento e il mare era leggermente mosso, ma le previsioni non erano brutte e partirono. Luigi si mise al timone e si rese subito conto che conoscere le tecniche non era proprio come metterle in pratica, ma, sicuro di sé, continuò la sua rotta verso il porto.

All’improvviso sopraggiunse un forte temporale, si alzò il vento e il mare diventò molto burrascoso. Un’onda alta e forte si infranse sulla barca con tanta forza da far sbalzare Luigi in mare. Subito il padre gettò l’ancora e gli lanciò la ciambella di salvataggio. Ma la corrente lo faceva allontanare.
Nonostante nuotasse per raggiungerla ed aggrapparsi, sembrava fermo, invece metteva tutta la sua forza per risalire controvento.
- Dai, Luigino, forza!” gridava il padre. Luigi riuscì ad afferrare la ciambella e il padre a tirarlo e a metterlo in salvo. Si abbracciarono e con le lacrime agli occhi il padre, con la voce tremolante per la paura che aveva preso, gli disse:
- Figlio mio, sei stato bravo e coraggioso, ma questa brutta esperienza ti deve insegnare che non devi essere mai troppo sicuro di te stesso, il mare a volte può essere cattivo e pericoloso e ci vuole tanta esperienza per affrontarlo. Per poterlo amare bisogna prima conoscerlo bene.
Luigi rispose:
- Sì, babbo, hai ragione.




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Massimiliano Renzi.
a cura di: www.portorecanatesi.it