La sacralità del denaro.

di David PIERINI | inserito il 08 agosto 2014 |

Alcuni giorni fa guardando in televisione un episodio della serie CSI restai colpito dalla durezza con cui un poliziotto della scientifica redarguì un suo collega reo di aver sbagliato un esame e aver sperperato..."i soldi dei contribuenti". Certe cose in America succedono davvero, quella è gente che si indigna di fronte agli sprechi mentre noi siamo solo patetici italiani, quelli hanno una coscienza civile, noi no! Mi chiedo se qualche politico si senta in colpa per la serie di suicidi che ha innescato questa crisi...perché credo che neanche li sfiori l'idea che in qualche modo ne siano coinvolti.

Se qualcuno in Italia sbaglia e va in fumo patrimonio pubblico...che importa tanto sono soldi di nessuno che crescono nei campi! I soldi dei contribuenti invece sono sacri come è sacra la Bibbia e quello che c'è scritto...e fra le altre cose c'è scritto che defraudare il prossimo è colpa così enorme da gridare vendetta al cospetto di Dio. I soldi dei contribuenti non sono di metallo né di carta...ma di tempo, di fatica, di sudore, di umiliazioni, di soprusi, di rabbia, di sacrifici, di nostalgie, di privazioni, di lontananze, di lacrime, di disperazione. I soldi dei contribuenti non sono di metallo né di carta...sono fatti di sentimenti, vengono forgiati nei cuori stremati e se sono usati male cominciano a sanguinare.

Ai politici basta alzare l'accise sulla benzina per incrementare i loro privilegi, scremare i nostri risparmi per dare un roseo avvenire ai loro cari, far lanciare un grido d'allarme da Bruxelles per inventarsi una finanziaria e stanziare in qualche conto estero estero un sostanzioso gruzzolo. Con quanta superficialità e premeditazione viene sottratto denaro pesante alle famiglie che pagano l'affitto o il mutuo, ai pensionati che non arrivano a fine mese, ai malati che non possono curarsi. Per non parlare dei ritmi insostenibili che impongono ai lavoratori a causa delle richieste sempre più massicce di denaro...da estorcere a furia di imposte.

Se io fossi un politico terrei lo sguardo sempre ben piantato a terra, eviterei gli specchi, mi farei recapitare a casa lo stipendio per la vergogna di incassare davanti a tutti cento volte quello che merito e non dormirei la notte per il terrore di dover comparire di fronte all'Onnipotente. Io so che nei vostri conti in banca è finito un centesimo di ogni persona che a causa vostra si è tolta la vita, un centesimo che sanguina e infesta il vostro patrimonio, un centesimo che marchia eternamente l'anima di ogni politico italiano. "Abbiamo solo rubato"... direte voi, ma io vi dico..."andrete in giudizio per aver ucciso".


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